WikiLeaks, spiattellatori di segreti
WikiLeaks, spiattellatori di segreti
Julian Assange, australiano, capelli biondo platino così chiari da sembrare bianchi, è il bel volto di WikiLeaks. Il suo cognome si pronuncia alla francese. Classe 1971, matematico per formazione, informatico per professione, ha la fedina penale sporca per via di una serie di ventiquattro intrusioni informatiche commesse da giovane. Ammise la sua colpevolezza nel 1992, cavandosela con una pesante multa e la sospensione condizionale della pena.
Allora come ora, Assange cercava di penetrare nei calcolatori del "grande fratello", ovvero i segreti di stato e grandi industrie. In modo forse donchisciottesco, l'australiano crede di dover lottare per portare alla luce del sole e all'attenzione dei cittadini delle nazioni democratiche tutte le azioni riprovevoli o discutibili di governi e poteri forti. Suelette Dreyfus, autrice di un libro in merito, lo descrive così: "la caratteristica più importante di Julian? Quando ha un obiettivo che desidera raggiungere per lui diventa una ossessione assoluta. Così lasciò perdere qualsiasi altra cosa, sopravvisse succhiando strofinacci oliati, arruolò una armata di gente di ogni risma da ogni parte del mondo e li coinvolse nel suo sogno".

Per superare una volta per tutte i problemi legali, Assage ha posizionato in Svezia (una nazione dove il diritto di parola è fortemente tutelato dalla Costituzione) il server principale di Wikileaks e nell'agosto 2010 ha firmato un accordo con il discusso partito politico svedese Pirat Partiet. Sinché questo piccolo movimento sarà rappresentato nel Parlamento, il sito WikiLeaks ne verrà considerato una emanazione dalla legge svedese, e sarà quindi protetto alla pari delle opinioni di un rappresentante del popolo. Il sogno di Julian Assange è divenuto realtà nel 2007 -- e poi un incubo per il governo degli Stati Uniti d'America nell'estate 2010. Si tratta del sito WikiLeaks. È basato sulla medesima tecnologia di base della più famosa Wikipedia, ovvero un sistema che permette a chiunque di contribuire e offrire informazioni su un argomento di cui è a conoscenza. Tuttavia, l'organizzazione che fa capo ad Assange non ha rapporti formali con l'enciclopedia. Il suo scopo non è quello di enciclopedizzare lo scibile umano, ma di pubblicare con la massima diffusione possibile i segreti di stati e multinazionali, senza badare a considerazioni di opportunità, politica o sicurezza nazionale. Bersaglio primario di Wikileaks sono gli stati autoritari: dittature, giunte militari, teocrazie. Per questo motivo, l'organizzazione ha sempre goduto della simpatia o perlomeno della neutralità dei governi occidentali, e della stima di organizzazioni umanitarie al di sopra di ogni sospetto come Amnesty International, anche se, da sempre, chi di dovere si preoccupa per l'assoluta mancanza di rispetto dei segreti militari.
Negli anni, Wikileaks ha contribuito a portare alla luce episodi controversi, relativi alla base militare USA di Guantanamo; le prassi della governatrice dell'Alaska e candidata vicepresidente USA, Sarah Palin; l'inquinamento di 108.000 persone avvenuto in Costa d'Avorio a seguito della attività di una multinazionale; l'esplosione del pozzo BP; e molti altri. Un buon elenco si trova sulla Wikipedia di lingua inglese. L'attenzione dei media di tutto il mondo si è davvero scatenata -- e, di conseguenza, "WikiLeaks" è divenuto il termine più cercato su Google per una manciata di giorni -- nel luglio scorso, quando Assange ha autorizzato la pubblicazione di 75.000 documenti di orgine statunitense sulla conduzione delle guerre in Afghanistan e Iraq. Tra essi, lo scioccante video di un elicottero che apre il fuoco sulla folla freddando tra gli altri due giornalisti della Reuters e due bambini. Altri 15.000 documenti sono nelle mani di WikiLeaks, e pare verranno divulgati entro la fine dell'anno. I tentativi di fermare WikiLeaks non si sono sempre svolti alla luce del sole. Oggi i server principali sono fisicamente ospitati in Svezia, in un bunker antiatomico, protetti da firewall e altre difese informatiche di prima categoria. I ventidue principali collaboratori di Assange, che costituiscono una specie di "consiglio di amministrazione" di Wikileaks, restano largamente anonimi. Quelli che risiedono in occidente rilasciano interviste su richiesta, ma solo dietro garanzia di anonimità. Altri vivono in Paesi meno fortunati -- si dice che tra di essi si trovi un dissidente cinese -- e restano nell'ombra.
Quanto al fondatore stesso, la sua vita ha conosciuto momenti degni di un film. Un resort in Kenya che lo ospitava è stato assalito da una banda di uomini armati. Nell'agosto 2010, una denuncia per stupro è stata depositata contro di lui, e ritirata nel giro di un giorno senza commenti né spiegazioni da parte delle autorità, poi rimessa nel novero di quelle in corso di investigazione a settembre. Assange ha parlato di un tentativo fallito di infangare la sua immagine. Numerosi altri episodi vengono citati da Julian Assange e dai suoi, che sostengono di essere al centro delle attenzioni non tenere dei servizi segreti di mezzo mondo, ma è impossibile per un giornalista verificarne dettagli e veridicità. Di certo, l'uomo vive come il protagonista di un film d'azione, cambiando continuamente residenza e telefono, non dormendo mai due volte nello stesso letto.
Forte di oltre un milione di documenti in linea, WikiLeaks si alimenta di contributi anonimi che fanno arrivare oltre diecimila nuove contribuzioni ogni giorno. Alla base di tutto c'è il moderno equivalente di una casella postale a cui chiunque abbia un accesso Internet può inviare materiale. Gli ottocento volontari di Wikileaks effettuano innanzitutto un controllo di credibilità e verosimiglianza; inoltre, prendono in considerazione solo materiale che riguardi temi "di interesse politico, sociale, storico o etico". Se il documento supera questo primo controllo viene portato all'attenzione di una delle cinque persone (compreso Julian Assange) che lavorano a tempo pieno al filtraggio, per la valutazione e l'approvazione. Prima della pubblicazione vengono rimossi i nomi dei civili coinvolti, per riguardo alla loro privacy o per proteggerli. WikiLeaks dunque oggi si allontana dall'originaria ispirazione, Wikipedia, dove chiunque può pubblicare e chiunque può commentare.

L'elenco pur parzialmente anonimizzato dei ventidue membri dell'advisory board di WikiLeaks è stato rimosso dal sito quando due persone ivi citate (Xiao Qing, un attivista cinese, e Tashi Namgyal Khamsitsang, ex portavoce del Dalai lama) hanno spiegato ai giornalisti di aver avuto solo fugaci interazioni con l'organizzazione.
Ancor più controverso il fatto che nel 2008, per fronteggiare una mancanza di finanziamenti, Wikileaks vendette al migliore offerente l'accesso in anteprima a una serie di documenti riguardanti il presidente venezuelano Chavez e le attività CIA nella zona. In seguito i documenti furono pubblicati sul sito come tutti gli altri.
Probabilmente il commento più appropriato è quello che viene da Lawrence Lessig, docente ad Harvard e pioniere della trasparenza online: "C'è una differenza tra ciò che è legalmente possibile fare, ciò che è tecnicamete possibile e ciò che è etico". Nel caso Wikileaks, questa distinzione non è sempre limpida.