Dopo una attesa durata un anno, arriva nei negozi Mac OS 10.4, per gli amici Tiger. L'ho seguito da vicino e credo che...
Sono diventato per la prima volta Registered Developer di Apple nel 1986. A quei tempi la cosa prevedeva un canale privilegiato e personale di comunicazione con Cupertino, gestito per posta aerea telefono e telex, visto che di Internet non aveva sentito parlare praticamente nessuno. Ho mantenuto per molti anni quel titolo, anche se Apple quasi subito prese a farselo pagare. Il gusto di vedere le nuove versione del sistema operativo in anticipo e di poter segnalare i difetti, gli approfondimenti che vengono dal ricevere le note per sviluppatori, il privilegio di poter parlare direttamente con gli ingegneri di Cupertino quando una applicazione che stavo sviluppando dava fuori di matto: sì, ne valeva davvero la pena. Dal 1998 però la mia attività di sviluppatore si è concentrata esclusivamente sul Web, e così decisi di risparmiarmi quella milionata (di lire, ovviamente) che costava l'iscrizione al club. Solo quest'anno, per una serie di motivi con la quale non vi annoio, mi sono nuovamente abbonato al programma "select" per sviluppatori. Me ne sono venuti anche i DVD con le versioni alfa e beta di Tiger, senza le quali il libro che trovate allegato a questo numero di Macworld non sarebbe mai nato.
Amo il rischio... controllato
Sulle nuove tecnologie che appaiono in 10.4, Bragagnolo ed io ci dilunghiamo nel libro, ragion per cui non ne faccio cenno qui. Lasciate soltanto che aggiunga un commento: nel 1991 ero tanto entusiasta del venturo Mac OS 7.0 che arrivai a installare e utilizzare come sistema operativo principale la versione beta. Non sono arrivato a fare lo stesso con l'ultima incarnazione di OS X soltanto perché le sue versioni beta hanno dimostrato una irritante tendenza a brasarmi il disco rigido, ma l'avrei voluto. Il mio amore si chiama Spotlight: quando avete cominciato ad usarlo cominciate a chiedervi come abbiate potuto farne a meno per tutti questi anni. Per esempio, l'ho usato mezzo minuto fa per ritrovare la data di uscita di OS 7 in un battito di ciglia. Se mi fossi affidato a Microsoft Word per frugare il mio archivio digitale, avrei consegnato l'articolo in ritardo: la versione 2004 per qualche motivo noto solo al Padreterno e/o a Bill Gates non ha più la funzionalità "trova documenti" che cerca un testo in tutti i file di una cartella.
A proposito, chi nel leggere l'ultima frase abbia alzato le sopracciglia, rispondo: è scontato che il sistema operativo, sommo sacerdote dell'elettronica, la maltratti quando non è ancora né stabile né testato a fondo. Fidatevi, dunque, ciecamente della versione definitiva ma non fatevi mai venire la tentazione di scaricare copie abusive di un qualsivoglia sistema operativo in versione provvisoria da Internet; a meno che possiate permettervi di installare su un calcolatore sacrificabile e che non contiene neppure un sol bit irrimpiazzabile. Le copie di backup, che hanno salvato me dalle beta di Tiger, non sono un lusso ma una assoluta necessità.
Ai miei tempi
Quel che mi manca degli anni Ottanta è il rapporto diretto con i creatori del sistema operativo. Creato all'interno di una azienda americanissima che condivide tutti i grandissimi pregi e i notevoli difetti del suo popolo, OS X mi pare costellato da una serie di occasioni mancate. Da magone, appunto. Andrebbe fatto un peana agli ingegneri che hanno creato il primo sistema operatvo perfetto anche per i non vedenti, ma quanto gli costava metterci dentro anche i fonemi italiani (e francesi, tedeschi, cinesi eccetera)? Non è una domanda retorica, ho indagato e ve lo dico io: gli costava 50.000 dollari a lingua e decisamente se lo potevano permettere. E perché limitarsi sempre e soltanto alle solite quindici lingue, già che ci siamo, impedendo ad israeliani ed arabi, russi e turchi di prendere in considerazione OS X?
Ai miei tempi sarei riuscito a dirglielo. Magari (anzi, probabilmente) non avrebbero cambiato idea, ma mi avrebbero ascoltato e risposto. Sono certo che questo non avverrà stavolta, neppure dopo la pubblicazione della mia modesta opinione su queste pagine: Italia ed Europa tutta non hanno voce nelle scelte prese a Cupertino. Ma che magone...
Originariamente pubblicato in data 16/10/2005