La psicologia del PC
Avete mai provato a mostrare il vostro Mac a un utente PC e a dimostrargli quanto sia superiore? Se vi è capitato di frequente avrete notato, come ho notato io, che il vostro interlocutore è spesso diffidente
Avete mai provato a mostrare il vostro Mac a un utente PC e a dimostrargli quanto sia superiore? Se vi è capitato di frequente avrete notato, come ho notato io, che il vostro interlocutore è spesso diffidente, che è tanto più difficile da convincere quanto meglio conosce il PC, che spesso taglia corto dicendo nella mia organizzazione tutti usano PC. Anche se lui (o lei), personalmente, potrebbe scegliere un calcolatore diverso.
Negli anni Sessanta si parlò spesso di lavaggio del cervello, una tecnica che avrebbe permesso ai comunisti coreani di convincere i prigionieri americani della bontà del loro sistema politico. Di fronte alla cocciutaggine di certi proprietari di PC, verrebbe da pensare che anche Bill Gates usi messaggi subliminali in ogni copia di Windows 98...
Il lavaggio del cervello non esiste e la verità è più semplice. Un essere umano ha sempre una forte autostima di se stesso e si inventa sempre motivi per giustificare questa stima. Per esempio, non troverete nessuno che sia disposto ad ammettere di essere un cattivo guidatore. Chi va piano sottolinea i vantaggi della prudenza, chi va forte evidenzia i suoi ottimi riflessi.
Quando facciamo una scelta tendiamo sempre a difenderla, e la difendiamo tanto più vigorosamente quanto maggiore è il nostro investimento emotivo in essa. È con questo metodo che si formano i fanatici religiosi. Ricordate il suicidio di massa in Guyana del 1978? Il reverendo Jim Jones prima predicava, poi convertiva, poi chiedeva piccole donazioni di denaro, poi tutti i soldi. Poi venivano i test di lealtà alla fede, come le confessioni in pubblico. A questo punto chiedeva ai suoi seguaci di lasciare casa, lavoro e famiglia per la sua chiesa. I nuovi fanatici si trovavano in Guyana, dediti al cento per cento al servizio di Jones: un passo alla volta, ciascun passo piccolo e naturale.
In sintesi: quanto più una persona ha usato il PC (e ignora lesistenza di altri strumenti alternativi), tanto più difenderà a spada tratta il suo cassone.
In un esperimento di psicologia di base (Tajfel, Human groups and social categories, Cambridge University Press, 1981) una quantità di persone venne divisa in due gruppi, utilizzando il lancio di una moneta. Le persone non si conoscevano tra loro e la divisione con metodo casuale venne fatta alla presenza di tutti. Nel seguito, a ogni persona venne assegnata una piccola quantità di soldi. Le persone dovevano regalare i loro soldi. Potevano scegliere tra due opzioni: assegnare quattro dollari a una persona del loro stesso gruppo e due dollari collettivamente all’altro gruppo; oppure tre dollari collettivamente al proprio gruppo e quattro all’altro. Se ci pensate un attivo vedrete che la seconda alternativa è di gran lunga più conveniente, perché l’individuo beneficia dei soldi che distribuisce. Eppure la gran maggioranza dei soggetti scelse la prima alternativa.
Questo esperimento dimostra che l’uomo è creatura sociale, che tende a favorire il suo gruppo (parenti, amici, nazione, gruppo di lavoro) sugli altri. Anche quando il gruppo è definito in modo arbitrario e insignificante, come nel caso dell’esperimento. Ecco perché chi usa un PC in una organizzazione tende a preferirlo anche quando è dimostrabilmente inadatto.
Agli interessati consiglio la lettura di A. Pratkanis, E. Aronson, Age of Propaganda, W. H. Freeman & Co., 1991; e di S. Pinker, How the Mind Works, W.W. Norton & Co., 1997.
Nel prossimo numero: la psicologia di Bill.
---
Luca Accomazzi pensa spesso che se non avesse potuto dedicarsi a Mac e Internet avrebbe scelto di studiare psicologia.
Originariamente pubblicato in data 01/05/1999