Tutto, proprio tutto, su iTunes Store
Tutto, proprio tutto, su iTunes Store
Quando creiamo un account in iTunes, e lo associamo alla nostra carta di credito, predisponiamo un sistema che ci permette di acquistare applicazioni e servizi dagli sviluppatori attraverso Apple. Se acquistiamo un’app del costo di tre euro, allora cinquanta centesimi finiscono allo Stato (è l’IVA), settantacinque centesimi vanno ad Apple per ripagarla dei costi di funzionamento del negozio online inclusa la possibilità per noi di scaricare e riscaricare il software dai server americani. Il resto, ovvero un euro e settantacinque, va a remunerare lo sviluppatore originale.
Attualmente, ci sono tre differenti modalità di acquisto e pagamento in cui possiamo incappare. Si tratta di
- Acquisto di un’app una canzone o un iTunes Pass, attraverso il calcolatore Mac o PC su cui abbiamo installato iTunes oppure direttamente dal dispositivo iOS utilizzando il programma “App Store” (per il software) o iTunes.
- Dall’interno di un’app, sul dispositivo. È il caso di quei videogame che arrivano dotati di alcuni livelli giocabili e ce ne offrono altri in cambio di qualche quattrino. Questi acquisti vengono chiamati “in-app”, proprio perché avvengono all’interno del software già posseduto e installato, ma sono pagamenti una tantum proprio come i precedenti.
- Abbonamenti con pagamento periodico di un quid. Solitamente questa proposta arriva da riviste elettroniche le quali settimanalmente o mensilmente escono in edicola con un nuovo numero cartaceo e simultaneamente ce lo lasciano scaricare dall’interno della loro app dedicata.
iTunes Pass, chi era costui?
I fan di un musicista — o di un gruppo — possono sottoscrivere un iTunes Pass. Si tratta di una forma di abbonamento simile a una stagione teatrale. Chi sottoscrive il pass riceve automaticamente tutte le novità dell’artista, a volta con un po’ di anticipo sulla data del rilascio generale. Alla scadenza, le musiche ricevute restano a nostra disposizione ma viene a cessare lo scaricamento automatico e senza altre spese. La durata di validità del pass è arbitraria e varia di caso in caso. Gli iTunes Pass sono stati introdotti del 2009, inizialmente per i fan dei Depeché Mode. Un elenco dei pass attivi si trova in iTunes, menu Store, voce “Visualizza il mio account”, rigo “Pass”. Commercialmente, gli iTunes Pass rientrano nel caso 1 visto subito sopra: una spesa una tantum.
In ciascun caso, per confermare l’acquisto ci viene chiesto di digitare la password del nostro account Apple. Quindi, se avete per casa un ragazzino ingenuo o un bimbo, lasciategli pure in mano il vostro iPad, ma senza concedergli l’uso della password. CI sono stati papà troppo generosi che si sono visti arrivare fatture da seimila euro da Apple perché il frugoletto aveva scoperto la (splendida) app dei Puffi. In essa, i simpatici omini blu combattono il perfido stregone Gargamella e coltivano salsapariglia. Quest’ultima è pronta da raccogliere in tre ore: oppure immediatamente se si accetta un piccolo addebito di 79 centesimi di euro. E il frugoletto aveva poca pazienza.
Il software iTunes consente di sopprimere l’inserimento obbligatorio della password a ogni nuovo acquisto. Non è per niente una buona idea ma se l’avete già fatto è una scelta che si può annullare.
Una spiegazione passo passo di questa procedura è sul sito Apple all’indirizzo http://support.apple.com/kb/HT1734
Visto il successo di iPhone e succedanei, sull’App Store girano immense quantità di denaro — miliardi, letteralmente — e non stupisce scoprire che un certo numero di ladri e truffatori provino ad approfittarsene. È dunque importante che la password con la quale proteggete il vostro AppleID sia significativamente difficile, dunque impossibile da indovinare per tentativi. Niente “pass123”, no alla vostra data di nascita (o a quella di chiunque altro), da evitare il nome del cane. CI sono stati casi di delinquenti che pubblicano un’app insignificante sullo Store di Apple e poi tentano con attacchi di forza bruta (cioè provando tutte le possibilità) ad indovinare accoppiate di nome utente e password. Quando ci azzeccano, si collegano a nome del malcapitato la cui password è stata azzeccata e a suo nome acquistano l’app insignificante, entrando così in possesso di una sommetta. Si tratta di una truffa che è impossibile per Apple prevenire, dunque particolarmente insidiosa. Gli antichi latini, che si intendevano poco di sistema operativo iOS ma avevano già capito tutto, solevano dire “caveat emptor”, ovvero “faccia attenzione l’acquirente”, e io non posso che dargli ragione.
Una soluzione alternativa/ulteriore passa attraverso l’uso delle carte di credito ricaricabili, le quali normalmente hanno una disponibilità di contante risibile e vengono ricaricate manualmente da voi quando necessario, tipicamente prima di ogni nuovo acquisto. Chiedete al vostro istituto di credito come dotarvi di uno di questi strumenti se lo ritenete necessario. Io personalmente, le ho sempre credute un fastdio superiore al beneficio di sicurezza che ne consegue e non ho mai dovuto pentirmene.
Visto che le somme in gioco per ogni singola transazione non sono poi immense, mentre un intervento umano costa una cifra significativa, Apple normalmente considera ogni acquisto definitivo e non rimborsabile. Se la password associata al vostro account Apple viene inserita, insomma, i giochi sono fatti.
La casa di Cupertino però si comporta in modo ragionevole e accetta eccezioni a questa regola. Se, nel giro di minuto dopo aver sottoscritto un acquisto, vi rendete conto di aver sbagliato, potete chiedere l’intervento del supporto clienti. Si tratta di un modulo da compilare sul sito Apple, in italiano o in inglese in cui presentate una richiesta e dettagliate il vostro caso. Una delle opzioni è “ho accidentalmente acquistato un prodotto dallo store”. L’indirizzo è
Tenete presente che dovrete scrivere in un italiano semplice, perché Apple fa uso per risparmiare di personale che parla l’italiano ma non è madrelingua, tipicamente situato in India. Se masticate l’inglese, meglio usare quello. Nel giro di 24 ore lavorative vi arriverà una risposta. Nella mia esperienza è sempre positiva, basta non abusare del servizio.
Tra tutti gli addebiti, sono naturalmente gli abbonamenti quelli potenzialmente più insidiosi, perché se sottoscriviamo distrattamente uno di essi rischiamo di renderci conto dopo mesi o anni che ci è stata munta una discreta sommetta un poco alla volta. Se temete di essere caduti in questa piccola trappola c’è un modo semplice per verificare ed eventualmente rimediare. Nel menu Store del programma iTunes scegliete la voce “Visualizza il mio account”. Nella finestra che appare trovate una serie di informazioni utili. Prestate attenzione alla voce “abbonamenti”.

D’altro canto, gli abbonamenti sono anche una bella possibilità di risparmiare quattrini. Per esempio, la rivista Wired ci offre di acquistare un numero in formato scaricabile (un acquisto in-app) per tre euro. In alternativa, si può stipulare un abbonamento per un euro e sessanta al mese. Quindi, se mi interessa il numero corrente non debbo far altro che sottoscrivere l’abbonamento, scaricare il numero che mi interessa, e revocare immediatamente l’abbonamento. Risparmiando così quasi la metà dell’esborso. Addirittura se, con malizia, acquisto l’abbonamento quindici giorni dopo che un numero si è reso disponibile , accade che io scarico immediatamente il numero esistente, dopo quindici giorni all’uscita del successivo scarico anch’esso, e se solo a quel punto cancello l’abbonamento ho avuto due numeri per un euro e sessanta in tutto.

In alcuni casi estremi potrebbe accadere che un acquisto sembri irraggiungibile. Per esempio, se utilizzo il mio iPhone per comprare un’app ma il telefono mi cade nell’abisso delle Marianne prima che io abbia modo di sincronizzarlo con iTunes, cosa accade? Non c’è da temere. Grazie alla tecnologia iCloud, è certo che la mia copia di iTunes sul calcolatore principale scaricherà una seconda copia dell’applicazione e la inserirà sul nuovo telefono che io acquisterò in sostituzione dell’esemplare affondato. Ma se nell’applicazione così perduta io avevo effettuato un acquisto in-app, quando la rilancio avrò la sgradita sorpresa di trovare inaccessibile i contenuti extra per i quali avevo già sborsato quattrini.
In questi casi, è sufficiente fingere di acquistare di nuovo i contenuti in-app. In questo caso il nuovo iPhone si connette ai server di Cupertino, scopre che io ho già pagato per quel contenuto e me lo sblocca senza addebitarmi un solo centesimo ulteriore.
Tutti il sistema di autorizzazioni e pagamenti è basato, come si vede, sul concetto di AppleID. Quando io acquisto un’app, un contenuto in-app o un abbonamento questo esborso va ad autorizzare tutti i calcolatori e tutti i dispositivi iOS associati al mio AppleID (il mio nome utente, se preferite) per l’uso di quel materiale. Le politiche di Apple che governano questo comportamento sono variate in passato e presumibilmente varieranno ancora in futuro, ma di base l’idea è che a me è consentito possedere tutti i dispositivi iOS che desidero e condividere su di esse i medesimi contenuti senza problemi, mentre c’è un limite al numero di calcolatori che possono disporre del medesimo materiale contemporaneamente. Presumibilmente questo serve ad impedire che un’unica famiglia molto numerosa (magari distribuita su più abitazioni) si doti di un singolo AppleID e lo sfrutti per condividere film e musica — acquistati e pagati una volta soltanto.
Questa regola può provocarvi qualche grattacapo quando arriva il momento di pensionare un calcolatore. Se volete rivenderlo, per esempio, dovete ricordarvi di rimuovere tutto il materiale (film, musica, app) acquistato su iTunes e infine revocare l’autorizzazione ad accedere al vostro AppleID (in modo che il nuovo proprietario non riscarichi tutto il materiale). E se il calcolatore si guasta ed è da gettare — o perlomeno richiede un nuovo disco rigido — prima che si possa procedere in questo senso? Il rischio è che si perda completamente l’uso di una delle (poche, numerate e contate) possibilità di autorizzare un computer a fruire di un AppleID.
Apple ci ha pensato e permette — ma non più di una volta l’anno! — di revocare centralmente l’autorizzazione ad accedere ai contenuti associati a un Apple ID da tutti i calcolatori originariamente abilitati. Per farlo, usate iTunes, menu Store, voce “Visualizza il mio account”, pulsante “Annulla ogni autorizzazione”

Dopo aver compiuto questa manovra, naturalmente, dovremo ri-autorizzare manualmente ogni calcolatore ancora legittimamente e pienamente in nostro possesso.
Dall’agosto 2011, Apple vi invia una e-mail quando un nuovo calcolatore viene autorizzato, comincia ad accedere al materiale ed effettua nuovi acquisti appoggiandosi all’AppleID che corrisponde a voi. Anche questa è una manovra introdotta da Apple per limitare le truffe interne all’ecosistema iTunes. Se ricevete una mail del genere e non vi risulta di aver autorizzato nessun apparecchio di recente, seguite le istruzioni riportate nelle lettera, ovvero eseguite la manovra dettagliata poco fa in modo da revocare l’autorizzazione al “portoghese”. Subito prima o subito dopo cambiate la vostra password associata all’account AppleID, in modo che nessuno possa accoppiare nuovamente un calcolatore che sfugge dal vostro controllo alla vostra identità (e al relativo conto in banca…)