Il prodotto e la soluzione
Chi dà consigli ai consulenti? Passo con solerzia a infangare la mia stessa categoria.
Parafrasando Giovenale, potrei chiedere: chi dà consigli ai consulenti? Dopo aver parlato male di rivenditori e utenti, passo con solerzia a infangare la mia stessa categoria.
Ricordo un vecchio, bellissimo, raccontino di Robert A. Heinlein (il mio autore di fantascienza preferito), intitolato in quel modo; o, in lingua italica, pressappoco "Portiamo anche a spasso i cani". Racconta di una ditta di consulenze talmente ben organizzata che può fare tutto, organizzare tutto, risolvere qualsiasi problema: dall'organizzare un meeting interplanetario ad accompagnare i barboncini alla passeggiata igienica mattutina.
La mia esperienza personale mi insegna che le cose vanno diversamente. Per esempio, i tre giorni più proficui della mia vita avvennero un paio di anni or sono, quando una multinazionale organizzò una grande convention a Milano. Affidarono a una titolatissima ditta di consulenza uno stratosferico budget di un miliardo, di modo che questi organizzassero tutto l'evento, dalla sala al catering alle stampe. Al cuore dell'incontro internazionale doveva trovarsi la presentazione di alcuni altissimi dirigenti ma, per l'appunto, tre giorni prima dell'ora X l'abile regista al quale era stata affidata la realizzazione della presentazione confessò che il filmato da lui preparato non soddisfava le esigenze del momento, e che lui nulla sapeva di calcolatori e presentazioni. Ondata di panico tra i manager della titolatissima ditta che, alla fine, approdò al sottoscritto. Dimenticando l'esistenza di casa, affetti e sonno, in quarantott'ore un paio di amici ed io sviluppammo la presentazione, procurammo le macchine e salvammo la giornata.
E la morale di questo aneddoto è: troppo spesso chi ha un consulente, o una persona di fiducia, finisce per abusarne e ritenerlo competente per ogni problema. Prendiamo il sottoscritto, unico esempio che io abbia sottomano: quando mi viene presentato un problema che richiede un'applicazione sviluppata su misura do il massimo di me stesso (in fin dei conti la laurea in informatica non l'ho poi vinta alle freccette); il mio punto di minimo si trova viceversa in corrispondenza delle grandi basi di dati (ambienti come 4D oppure FoxBase). Quando mi chiedono di impostare un sistema del genere, passo la staffetta a qualche collega.
Durante una discussione, svoltasi all'interno della conferenza telematica che io modero su One Net Italia, un giovanotto mi ha aggredito sostenendo che solo per miopia, o forse per malafede, io sostengo Macintosh anziché pontificare le lodi del sistema Windows NT.
Ecco, mi vien fatto di pensare che un consulente può troppo spesso cavarsela semplicemente conoscendo le soluzioni tecniche, e cioè restando informato dell'andamento della tecnologia. Basta, al minimo, un po' di attenzione alla stampa tecnica estera, e può riuscirci benissimo anche uno studente neolaureato -- anzi, ci riesce forse meglio di alcuni soloni dai capelli bianchi con cui mi scontro a volte. Un consulente che si meriti davvero il suo pane, però, non offre tecnologie, ma soluzioni. Una tecnologia (per esempio, ARA) non risolve problemi; un prodotto (per esempio, Timbuktu) è solo un mezzo utile a raggiungere uno scopo. Una soluzione combina l'intelligenza di alcune persone, alcune tecnologie e alcuni prodotti per risolvere i problemi concreti di una azienda (per esempio, tenersi in contatto continuo con la rete vendita) o di un individuo.
Essere consulente, allora, significa costruire soluzioni utilizzando prodotti solidi e tecnologie nuove. I primi -- per esempio, Hypercard -- rappresentano fondamenta consolidate, affidabili, adatte come basamento della soluzione. Le seconde rappresentano di solito uno strumento di cui si sentiva la mancanza, necessario a completare la soluzione.
E Windows NT? Se e quando mi servirà non mancherò di includerlo in una soluzione. Ma non trattenete il fiato.
------------------------------------------------------------------------
Negli ultimi sedici anni Luca Accomazzi ha fatto uso di otto sistemi operativi e tredici linguaggi di programmazione, e ha scritto 436 articoli per parlarne.
Originariamente pubblicato in data 01/05/1996