Mio è il potere
Imminente l'uscita dei PowerMac: l'Accomazzi consiglia ai suoi lettori dubitabondi di mettere da parte ogni indugio e di correre a prenderne uno.
Siamo agli sgoccioli. I Power Macintosh sono dietro l'angolo. Con essi, per la prima volta da anni, il Mac tornerà ad essere il personal computer più potente. È sempre stato il più semplice da usare. Diviene per la prima volta quello con il rapporto prezzo/potenza più vantaggioso. Di molto.
Purtroppo, non posso dire qui tutto quello che so (dobbiamo aspettare che Apple presenti ufficialmente le macchine per venire liberati da un contratto di non divulgazione di alcune notizie). Io ho, diciamo così, dedicato parecchio tempo e parecchi sforzi per scoprire tutto il possibile sulle nuove macchine. Prezzo, prestazioni, sviluppi futuri, probabili difetti alla presentazione, funzionamento interno... il mio parere è netto, e lo trascrivo nero su bianco: queste macchine sono fenomenali.
Tutti i dati a mia disposizione concordano: il passaggio a Power Macintosh sarà meno problematico di quello da System 6 a System 7, e persino meno problematico di quello da 68030 a Quadra. Certo, nasceranno problemi. Ma il gioco vale la candela, e di molto.
Nel breve periodo, i Power Macintosh daranno una potenza di calcolo inimmaginabile ai programmi esistenti. Credete a me: se lavorate nella grafica o nel DTP voi non volete che i vostri concorrenti abbiano un calcolatore del genere prima di voi. Non sto scherzando: compilate un assegno e piazzatevi sullo zerbino di un centro Apple di fiducia. Acquistate un PPC nuovo o fate l'upgrade della piastra madre. Evitate l'upgrade via scheda, che a mio parere non conviene.
Nel medio e lungo periodo i Power Mac faranno cose che oggi sono semplicemente impossibili. Per esempio, scriveranno sotto dettatura (IBM ha già presentato un prototipo del genere. In inglese e funziona male, ma la strada è tracciata).
A proposito di riconoscimento vocale, sono indignato nel constatare che Apple Italia insiste nel non localizzare in italiano il software di sistema MacInTalk Pro (che permette a tutti i Mac di parlare) e PlainTalk (che permette ai Mac AV e ai Power Macintosh di rispondere agli ordini dati a voce).
Che miopia! Questo software è vitale, e rappresenta il simbolo più tangibile del vantaggio di possedere un Mac. Oggi PlainTalk è uno strumento per pochi, ma presto tutti noi avremo una macchina in grado di sfruttarlo (i primi PowerMac costeranno relativamente pochissimo, e tra un anno anche il più squattrinato degli studenti universitari potrà permettersene uno). Vi propongo, dunque, di scrivere una lettera o fare una telefonata ad Apple Italia, spiegando cortesemente che vi sembra vergognoso il fatto che non sia disponibile in italiano tutto il software di sistema Macintosh. (Perlomeno, se ci vendono dei Macintosh che rispetto a quelli americani offrono prestazioni inferiori, ce li vendano a un prezzo appropriatamente inferiore, non vi pare?)
Ho un solo dubbio per quanto riguarda i Power Macintosh. Apple non ha ancora deciso se schierarsi sino in fondo sulla nuova strada, a fianco di IBM, e creare un unico standard di calcolatore in comune col gigante di Armonk. Se lo facesse, il nuovo standard, con il suo hardware potentissimo (di IBM) e software splendido (di Apple) potrebbe imporsi e finalmente spazzare via quel baraccone medioevale che oggi domina il mercato informatico: il PC MsDos/Windows. Restando compatibile con Mac, DOS, Windows e OS/2
Ma possiamo solo sperare.
Non c'è bisogno di dire, sospetto, a chi vada il mio mensile petalo di rosa.
La buccia di banana di questo mese (non c'è competizione) a Bill Gates, signore e padrone di Microsoft. L'uomo, per convincere i suoi che il PowerPC non è poi così fenomenale, ha inscenato una dimostrazione: un PC con Pentium e Windows NT contro un Power Macintosh. Il primo appare più veloce. Bella forza, il PowerPC era in emulazione e il Pentium no!
Originariamente pubblicato in data 03/03/1994