Pagare dazio
Un arcconto in prima persona sul funzionamento degli uffici doganali in Italia
Come molti, faccio spesso acquisti online su Amazon.com. Manuali di informatica in lingua originale e un po di software; poi qualche romanzo e qualche film in DVD: perché no, visto che spesso costano una piccola frazione del prezzo italiano. I motivi per cui adoro Amazon sono spiegati sul mio sito web, nella sezione opinioni. Qui mi limiterò a segnalare, ai molti che hanno timore nel fare acquisti con la carta di credito sul web, che io ho eseguito centinaia di acquisti negli ultimi otto anni, e che è molto più sicuro di quanto non sia usare il rettangolino di plastica per pagarsi una pizza al ristorante dove, dopotutto, un cameriere disonesto può appuntarsi il numero per poi abusarne.
Tutti i miei acquisti dovrebbero, in teoria, pagare IVA e dazio allingresso in Italia. In pratica si dimostra che i doganieri italiani hanno assai poca voglia di lavorare, e spesso il pacco mi arriva senza colpo ferire. Ogni tanto però mi arriva una comunicazione delle Poste, con la quale mi chiedono di spedire per fax una dichiarazione su contenuto e valore del pacco, e di anticipare (ahimè, per vaglia postale) le tasse dovute sullo sdoganamento. In questi casi serve PPP: pagare & pazientare parecchio. Allinizio, da bravo italiano, pensavo male delle Poste. Ma sentite poi cosa mi è successo.
Un brutto giorno, mi vedo imporre un IVA al 20% per un pacco che conteneva, mischiati, quattro manuali e due DVD: i libri invece, per legge, dovrebbero pagare solo il 4%. Mando un fax che erutta fuoco e fiamme alle Poste e, sorpresa, vengo richiamato da una cortesissima signora che mi spiega per filo e per segno la procedura. In sostanza, dice, sono i doganieri a fare un po quel che vogliono. Seconda sorpresa: la Dogana ha un sito web che, rispettando non so quale normativa, permette al cittadino di fare domande e inviare segnalazioni. Rispettando la lettera e non lo spirito... È concepito in modo vergognoso: si possono compilare moduli ma non inviare email, lindirizzo mail dal quale vi scrivono (se e quando vogliono) non accetta posta in ingresso, non rispondono alle mail che gli arrivano agli indirizzi esistenti da me recuperati con un po di magia nera. Incasso, me la lego al dito e medito vendetta.
Qualche mese più tardi, siamo a maggio scorso, un mio pacco viene di nuovo bloccato dagli uffici (in)competenti. Mi tuffo su Internet e recupero una bellissima normativa: tutti i funzionari statali sono tenuti, quando un cittadino lo richiede, a presentarsi con nome e cognome e a giustificare il motivo delle loro decisioni. (Il bello dellItalia è che ci sono leggi e regolamenti per tuttti i gusti, basta scegliere...) Questa volta, il mio fax alle poste contiene una postilla velenosa riservata ai doganieri dove intimo (ai sensi dellarticolo 2, comma 5 e dellarticolo 11, comma 1 del decreto 28/11/2000 della Presidenza del Consiglio dei ministri, e giusto il decreto del Ministro della funzione pubblica 31/3/1994) il rispetto di quella norma. A tempo di record mi arriva il nuovo pacco, con IVA al 4% per i libri, al 20% per i DVD e allo zero per cento per le spese di spedizione. Accompagnato dal una bolletta doganale (non ne avevo mai vista una prima dora) regolarmente numerata, bollata, timbrata e firmata con firma leggibile. Regolarmente numerata, dicevo: la numero otto del 2003. A maggio, dicevo. Si potrebbe sospettare che alla dogana commerciale di Orio al Serio, responsabile per buona parte del Nord Italia, spicchino in media 1,7 bollette doganali al mese.
Mi è appena capitato di nuovo. Ovviamente ho copiato e incollato la postilla velenosa anche sul nuovo fax. Stavolta mi è addirittura arrivato il pacco con stampigliato Esente dal campo di applicazione IVA e non ho pagato un centesimo. Si vede che avevano troppo da fare per calcolare le percentuali. Comunque, i buoni alla fine vincono sempre.
Originariamente pubblicato in data 01/10/2003