Segreti e trucchi dello SCSI Manager, quel componenti di Mac OIS che permette a un macintosh di lavorare con la catena SCSI.
Come molti dei nostri lettori sapranno, Scsi (si pronuncia "scasi") è una sigla che sta per small computer systems interface. Tradotto dall'inglese in italiano, interfaccia tra piccoli calcolatori. La Scsi, che Apple fornì di serie sui Macintosh dal modello Plus in poi sino al 1997, è un sistema standard per lo scambio di informazioni ad alta velocità tra uno o più calcolatori e le loro periferiche. Sui calcolatori Apple la Scsi è utilizzata principalmente per allacciare uno o più dischi rigidi, ma sono disponibili per il sistema Scsi anche altre periferiche.
A questo punto introduciamo qualche definizione e qualche dato tecnico in più: tutto questo ci verrà utile tra poco quando proporremo la nostra soluzione per la condivisione di un disco rigido tra più calcolatori. Le periferiche Scsi sono collegate tra di loro in una connessione a catena. Ogni catena Scsi può contenere al massimo otto apparecchi, che sono normalmente indicati con un numero intero compreso tra lo zero e il sette. Questo numero viene utilizzato dal sistema Scsi per arbitrare i conflitti che possono sorgere nel collegamento: se, ad esempio, il bus viene richiesto contemporaneamente per la comunicazione dall'apparecchio numero sette e dall'apparecchio numero tre, sarà il primo a ricevere il controllo del sistema, mentre il secondo sarà messo in attesa. In altri termini, le periferiche dal numero più grande sono considerate più importanti delle periferiche contrassegnate da un numero inferiore. Non è necessario che i numeri vengano assegnati secondo un criterio di continuità, o che rispettino l'ordine di connessione fisica delle periferiche (per esempio, è possibile avere una connessione tra apparecchi identificati dai numeri sei, tre e zero con tutti gli altri numeri mancanti), ma è indispensabile che tutte le periferiche collegate in una catena Scsi abbiano un numero distinto. La catena che collega gli apparecchi è lineare (figura 1). A ciascuna delle estremità della catena va inserito un terminatore Scsi: questo scatolotto serve a impedire che i segnali che circolano sul collegamento vengano persi alle estremità o deturpati da rumore proveniente dall'esterno. Il Macintosh, come abbiamo detto, possiede un collegamento Scsi incorporato. Questa interfaccia è presettata secondo una configurazione che, come vedremo tra non molto, presenta alcune limitazioni: il Macintosh deve assumere sempre il numero identificatore sette (cioé, deve essere l'apparecchio più importante presente nel collegamento), e può essere collegato con un solo cavo Scsi esterno, perché contiene un terminatore incorporato. Gli altri apparecchi Scsi accettano che il loro numero di identificazione venga cambiato. Per esempio, nel caso dei dischi rigidi interni troviamo alcune coppie di aghetti e un ponticello di plastica che li collega. Altri sistemi ancora si usano sui disposizivi esterni: un mio disco rigido, per esempio, fa uso di una ruota numerata che viene fatta girare con un cacciavite: il numero in alto è il numero prescelto. Una catena Scsi può contenere sino a otto apparecchi. Il collegamento viene chiuso ai capi liberi con un terminatore Scsi.
Non è possibile condividere un disco rigido tra due o più Macintosh. Come abbiamo già osservato, un Macintosh esige di essere la periferica Scsi numero 7, e non è possibile avere una ripetizione dello stesso numero di identificazione sul collegamento Scsi. Chi ci prova scopre che il sistema funziona... per un po'. Prima o poi però i due Mac vanno il conflitto e il disco rigido viene rovinato e va riformattato.
Nei moderni PowerMac color platino esistono due catene Scsi: una catena esterna e una catena interna. Potremo così avere tre o quattro dispositivi montati internamente al computer e sino a sette dispositivi esterni. L'identificatore numerico può venire duplicato in un apparecchio interno e in uno esterno, perché si tratta fisicamente di due catene differenti.