Mac OS a tranci
La domanda che mi venne rivolta con maggior frequenza nel 1996: che cosa ne pensi della strategia Apple, che prevede di rilasciare una nuova versione del sistema operativo ogni sei mesi?
La domanda che mi è stata rivolta con maggior frequenza nell'ultimo mese: che cosa ne pensi della nuova strategia Apple, che prevede di rilasciare una nuova versione del sistema operativo ogni sei mesi?
La risposta: quasi tutto il male possibile. Terrò dunque fede alla mia promessa (formulata su queste pagine un mese fa) criticare Apple anche ferocemente quando se lo merita, e in special modo quando altri non lo fanno.
Mi tolgo i guanti, intingo il pennino (anzi, ClarisWorks) nel curaro e vado a cominciare.
Dice Apple: è finita l'era dei software monolitici, adesso anche il sistema operativo di aggiorna un pezzo alla volta, a tranci, man mano che è pronto. Mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, a quando insegnavo informatica; e interrogando uno studente poco brillante mi sentivo sciorinare un concetto corretto in modo confuso e in un contesto sbagliato. La asserzione appena vista, infatti, altro non è che l'idea sottostante a OpenDoc: gli applicativi vengano spezzati in moduli funzionali; morte ai grandi programmi monolitici. Questa asserzione, però, ha senso solo per quanto riguarda gli applicativi. Un sistema operativo è monolitico, non può farne a meno: si tratta delle fondamenta su cui si costruisce tutto il resto. Voi riuscite a immaginare fondamenta modulari ed estensibili per un edificio? Che senso ha?
Certo, le tecnologie che accompagnano l'OS (come QuickTime) possono venire rinnovate periodicamente, espanse e migliorate, e distribuite. Perché no, anche con cadenza semestrale. Saremo tutti più aggiornati, belli e affascinanti, e Apple farà qualche soldo vendendoci i pacchetti...
Cosa comporta veramente questa nuova strategia? Sono tre le scadenze programmate per il "sistema operativo a puntate". Nel gennaio prossimo vedremo apparire Mac OS 7.6, che migliora qualcosa qua e là e incorpora le più recenti estensioni (come QuickTime 2.5). A luglio 97 una nuova versione (Mac OS 7.8?) offrirà il nuovo Finder e la nuova interfaccia utente originalmente pensate per Mac OS 8. Dieci secondi di riflessione. La conseguenza è che il nucleo di Mac OS 8 non apparirà prima di gennaio 98.
Notate bene: questa volta non si tratta di un ritardo tecnico. Nel luglio scorso gli ingegneri di Cupertino hanno completato (con nove giorni di anticipo) la versione "alfa" di Mac OS 8 che avrebbero dovuto distribuire agli sviluppatori per consentire loro di essere pronti al rilascio previsto per giugno 97. La versione alfa di Otto non è mai stata distribuita, perché il suo rilascio non si accorda più con i piani e le scadenze dei dirigenti.
Se fossi un paranoide penserei che qualche manager, nel 1991 circa, ha deciso di vedere quanti errori possa commettere una azienda (di grande successo, con prodotti infinitamente superiori a quelli della concorrenza e incredibile seguito tra i consumatori) prima di rovinarsi. Ah, per inciso, questo è un tema interessante: magari il prossimo mese vi racconterò quali siano, a mio avviso, i dieci più grandi errori di Apple.
Beh, il mio parere è che con altre due o tre fesserie come questa Apple può anche chiudere baracca.
Con i Performa 6400 Apple ha dimostrato di saper realizzare calcolatori di costo modesto e prestazioni ammirevoli. Col PowerBook 1400 è tornata a sfornare portatili di classe. Quello che serve ora è un sistema operativo moderno. Ora, non tra un anno!
Gestire e aggiornare un parco di Mac (per un consulente come il sottoscritto o per un responsabile aziendale) è divenuto un incubo -- non ancora un inferno come quello che spetta agli utenti di Windows, ma quasi.
Ci serve un sistema operativo robusto. Estensibile. Simmetrico. Prelazionale. Amichevole. Aggiungete voi l'aggettivo che preferite. Ma non "modulare", per favore.
Oh, e il maglione della foto l'ha fatto mia moglie. È la risposta alla seconda domanda più frequente
Originariamente pubblicato in data 01/11/1996