Originariamente pubblicato in data 05/11/1992
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Il Mac che non c'e'
Il Mac che non c'e'
C'era una volta, e adesso non c'è più, una famiglia Macintosh così ricca di modelli, così stracolma di offerte, che quasi nessuno riusciva a capire quale modello facesse al caso suo. Eppure, nel mio parere di allora, l'offerta era insu
Mentre scrivo è passato qualche giorno dalla conferenza stampa durante la quale Apple ha presentato a noi giornalisti le nuove macchine: i PowerBook, i Duo e i Mac IIvi e IIvx. Ho riflettuto un po' sulla portata di questi annunci, e non sono certo che le mie conclusioni mi piacciano. I nuovi PowerBook, il 160 e il 180, sono una naturale evoluzione della tecnologia esistente. Belli ed eleganti, ma senza novità sorprendenti. Lasciamo dunque ogni commento alle loro recensioni.
I Mac IIvi e IIvx sono degli strumenti completi, ma sono ancora meno innovativi dei nuovi PowerBook. Processore e velocità sono quelli soliti, la memoria video è un sottoinsieme di quella Quadra, e non c'è null'altro di caratteristico. Piuttosto, una cosa mi lascia perplesso. Apple avrebbe potuto realizzare il IIvi a 20 MHz, anziché 16, e rimpiazzare perfettamente il IIsi. E, d'altra parte, non vedo perché il vecchio IIci sia ancora in produzione: per velocità, capacità di espansione, disponibilità di microfono, e soprattutto memoria video, il IIvx costituisce un prodotto superiore? La differenza di prezzo è tanto insignificante che nessun acquirente dotato di buon senso vorrà, a modesto parere del sottoscritto, prendersi il più vecchio dei Mac ancora in produzione anziché il più nuovo.
Sono, invece, innamorato dei PowerBook Duo. E sono dolorosamente consapevole del fatto che quei gioiellini hanno un cartellino del prezzo che li può degnamente collocare in una gioielleria. Oh, lo valgono, lo valgono tutto, però...
Ma non è questo l'argomento della giornata. Ben più importanti di questi nuovi Macintosh, domina l'annuncio Apple l'ombra dei Macintosh che non ci sono. L'ingegner Nino Petrilliggeri di Apple (sono dolorosamente consapevole del fatto che il suo cognome probabilmente non si scrive così, e lui è conscio del fatto che nessuno lo scrive mai in modo corretto), è uno dei personaggi che da più tempo fanno parte dello staff di Apple Italia. Ricordo di averlo incontrato per la prima volta nel 1983.
Nino (sono ragionevolmente certo dell'ortografia del nome) era naturalmente presente alla conferenza. En passant , ha accennato al fatto che Apple avrebbe presentato negli USA una famiglia di Mac che sarebbero stati venduti a basso costo nelle grandi catene di distribuzione come Sears. Cioé l'equivalente d'oltreoceano dei nostri negozi Expert, o Trony.
"Non ne parliamo perché non saranno in vendita in Europa, e perché comunque si tratta di tecnologia già conosciuta", ha tagliato corto l'ingegnere.
Un momento. Non così in fretta. I Macintosh Performa, questo il nome di battaglia dei prodotti, sono tre: il 200, il 400 e il 600. Il primo è un Mac Classic II sotto nuovo nome; nel caso del secondo si tratta di un LC II. Fin qui, effettivamente, nulla di inaudito. Ma c'è anche il Performa 600: secondo le mie fonti, dentro questa macchina si nasconde un Macintosh IIvx, e cioè una macchina da 4 o 5 MB, video sino a 32.000 colori su monitor da 16 pollici, 32 MHz di velocità, e possibilità di montare un lettore di CD (nel qual caso prende il nome inimmaginabile di "Performa 600 CD").
Se le date di consegna saranno rispettate, stiamo parlando di una macchina resa disponibile come Performa prima che tramite i consueti canali. E al prezzo (rullo di tamburi) di 2.500 dollari circa.
Tutti i felici possessori di Quadra 950 perdonino, a questo punto, la mia palese grettezza. Però, il sottoscritto fa pagare prezzi moderati ai suoi clienti, paga con ragionevole puntualità tutte le nuove tasse che il governo inventa a breve intervallo, e pertanto ha come tutti un ragionevole interesse nei prodotti dal prezzo non elevatissimo.
La mossa di Apple, e cioé la decisione di vendere i suoi prodotti a prezzi sempre più bassi, non è inaudita. IBM sta facendo lo stesso, con una famiglia di PC (chiamati Ambra) prodotti a Taiwan e venduti con il logo di Big Blue. Motivo? Semplice: la recessione. I produttori debbono vendere di più, per compensare i margini di guadagno ridotti su ogni singolo pezzo. Molti ricorderanno i prezzi Apple in vigore prima dell'annuncio di Classic, LC e IIsi: troppo elevati per competere in tempi di crisi. Apple è stata tra le prime case produttrici a capire la necessità di vendere le macchine a un prezzo più basso, e i suoi brillanti risultati degli ultimo periodo lo hanno dimostrato. Confrontate le sue cifre positive con quelle di IBM, che ha tagliato i prezzi lanciando Ambra obtorto collo , e con quelle di Compaq, che ha fatto lo steso con la nuova famiglia ProLinea.
La nascita dei Performa è una logica successione di questa filosofia di mercato adatta ai tempi. Mi sorprende, semmai, la decisione di confinare questi prodotti al mercato USA. C'è una sola possibile spiegazione: la crisi, per Apple, in Europa non si è ancora fatta sentire, e non vale la pena di irritare i distributori abituali creando una catena parallela di vendita. Non so cosa pensassero gli altri presenti alla conferenza stampa di presentazione delle nuove macchine, ma io speravo di veder apparire l'attesissimo Quadra 1000. So che il progetto, sotto il nome in codice "Ciclone", è in fase avanzata, e speravo di poterlo vedere.
Facciamo un po' il riassunto delle voci riguardanti Ciclone: dovrebbe essere basato su un 68040 a 50 MHz, e incorporare un microfono digitale avanzato adatto per far funzionare Casper. Inoltre, dovrebbe essere in grado di collegarsi con una sorgente video in ingresso (videoregistratore o telecamera), un po' come la scheda VideoSpigot di Radius. Così, ogni proprietario di questa macchina potrebbe creare dei filmati QuickTime senza spendere una sola lira di equipaggiamento addizionale.
Ciclone, almeno per ora, non c'è. Ancora una volta, il motivo è più economico che tecnologico. Quando Motorola ha presentatato al mondo il 68000, il suo rivale era l'umile 8086 di Intel, il processore dell'originale PC IBM XT. In altre parole, Motorola aveva un vantaggio tecnologico immenso. Questo vantaggio è stato speso, tanto che oggi il Motorola 68040 e lo Intel 80486 sono pressappoco equivalenti per prestazioni. Il motivo? Intel ha investito quasi tutto sul 486, mentre Motorola spendeva tempo e soldi su un progetto, il chip RISC 88000, che ha avuto pochissimo successo.
Come conseguenza, Ciclone è in ritardo. Intel oggi sforna i 486 a 66 MHz, mentre Motorola offre al massimo un 486 a 33 MHz, quello usato nel Quadra 950. Ciononostante, una applicazione come Excel 4.0 o Word gira più in fretta sul Quadra 950 che sul 486 a 66 MHz, ma ciò accade solo perché il sistema Macintosh è enormemente superiore a Windows per efficenza ed efficacia. Il merito, insomma, è di Apple e non di Motorola.
Come se non bastasse, il 586 arriverà certamente prima del prossimo processore Motorola (che si chiamerà 68060, e non 68050, principalmente per motivi di marketing, e cioé per farci credere che Motorola abbia riacquistato il vantaggio). I fedeli utenti di Mac non devono temere. Come abbiamo più volte spiegato, il futuro del Mac non sta nel 68000, ma nel PowerPC.
Nel mese di settembre, Apple, IBM e Motorola hanno presentato il primo chip della nuova famiglia PowerPC. Questo nuovo gioiellino sarà al cuore dei Mac di fascia alta che vedremo in circolazione tra un anno circa: viaggia a 66 MHz, usa parole di 64 bit (mentre il 68040 è vincolato alla metà) ed è molto, molto più veloce di qualunque cosa possiate immaginare.
Apple ha dichiarato che la macchina basata sul chip PowerPC sarà venduta "al prezzo di un LC II". I miei lettori sono invitati a controllare di persona questo prezzo, dato che il sottoscritto sta scrivendo questo pezzo prima che il nuovo listino Apple, datato 19 ottobre, venga messo in circolazione.
Il concetto è comunque chiaro: il PowerPC sarà in grado di far girare tutte le applicazioni Mac, ma con le applicazioni appositamente create per sé svilupperà, sempre secondo i conferenzieri, una velocità approssimativamente superiore di trenta volte a quella dell'LC II. La buccia di banana di questo mese va al ministero della pubblica istruzione, che ha rallentato, per mancanza di fondi, il "progetto Abacus". Si tratta(va) di un aggiornamento dei programmi di informatica, studiato per gli studenti delle scuole superiori che seguono l'indirizzo informatico. Senza Abacus, i programmi ministeriali restano quelli, obsoleti, del 1981: così vecchi che non parlano neppure di personal computer e di microinformatica, che oggi è il settore di gran lunga più importante.
Il petalo di rosa va sicuramente assegnato all'accoppiata costituita dal nuovo lettore di CD-ROM CD 300i di Apple e dal software QuickTime 1.5. Il primo è due volte più veloce del suo predecessore, e può usare il nuovo formato PhotoCD di Kodak. L'addetto stampa di Kodak, con il quale ho parlato pochi giorni fa, mi ha detto che tutta la rete dei negozi Kodak sarà già in grado di restituire un CD con le vostre foto, appoggiandosi ai laboratori "Qualità controllata Kodak", quando voi leggerete queste righe. QuickTime 1.5, che funziona anche sui Mac classici, rende l'uso del PhotoCD una delizia. Lasciatemelo ripetere, perché è un consiglio da amico: un CD vi serve.