L’istinto sociale
Tutti noi, se lasciamo il portafoglio a casa per andare a fare una corsa nel parco, istintivamente chiudiamo la porta blindata a quadrupla mandata. Pero...
Tutti noi, se lasciamo il portafoglio a casa per andare a fare una corsa nel parco, istintivamente chiudiamo la porta blindata a quadrupla mandata. Tutti noi, se siamo in sala d'attesa con una valigia pesante piena di valori o con il passeggino dove dorme la nostra preziosissima bimba e dobbiamo correre urgentemente in bagno, sappiamo istintivamente che possiamo chiedere a uno sconosciuto seduto di fianco a noi "me la tiene d'occhio due minuti, per favore?"
Mi sorprendo spesso, anche quando sono presissimo col mio lavoro, a perdere dieci minuti del mio insostituibile tempo aiutando nelle grane col Mac qualche perfetto sconosciuto iscritto a liste.accomazzi.net. Certo, vengo ringraziato. Indubitabilmente, quando ho io stesso un problema che non riesco a risolvere, ricevo moltissimo aiuto in quella comunità. Per esempio, se mi serve una esperienza di prima mano con una periferica che non possiedo ci sarà sempre qualcuno disposto a dare un consiglio. Eppure è certo che investo lì dentro molto più tempo di quanto io ne risparmi di conseguenza. Aiutare il prossimo ci è naturale, anche quando abbiamo un lavoro da finire che ci tratterrà davanti allo schermo del Mac sino a mezzanotte e nel fine settimana.
Uomini e donne, inevitabilmente, badano a se stessi: cercano di risparmiare denaro perché non si sa mai, di ritagliarsi tempi di vacanza. Si comportano in modo egocentrico, è normale. Viceversa uomini e donne, tranne pochi sociopatici, sono sempre disposti a fare un favore non solo a parenti e amici, ma anche a perfetti sconosciuti. Si comportano da membri di una società, è normale.
Nel marzo scorso è stata pubblicata una ricerca affascinante. Si prendono due gruppi di persone: i membri del primo gruppo vengono messi a riordinare alfabeticamente cartellini che contengono parole collegate al denaro come "risparmio" mentre i cartellini affidati al secondo gruppo usano parole neutre come "cugino". Immediatamente dopo si mettono le stesse persone a svolgere un altro compito che sarebbe più spiccio se venisse affrontato in coppie o in gruppo, come piegare un lenzuolo. Si misura quanto tempo passa prima che ciascuno di loro chieda o offra aiuto. Si scopre che i membri del primo gruppo ci mettono molto più tempo prima di offrirsi. Il solo pensiero, anche se astratto, del denaro li ha resi un po' più egocentrici.
Su Internet la maggior parte delle informazioni è gratis e anche i prodotti che si vendono, per esempio nel commercio elettronico, vengono scambiati con quattrini eterei come quelli dei conti PayPal. Si dimostra che i consumatori percepiscono un esborso di cinquanta euro molto di più quando è fatto in contanti rispetto a quando usano la carta di credito per il medesimo importo. Sarà anche per questo che gente come me regala tanto tempo sulla Rete, sarà anche per questo che persone altrimenti onestissime rubano software e musica usando BitTorrent: il denaro è lontano dai nostri pensieri quando navighiamo l'Internet.
Un pensiero per chiudere. Sarebbe davvero interessante se qualcuno riuscisse a misurare (il più oggettivamente possibile) le tendenze sociali ed egocentriche di ogni singolo individuo, qualificandole con una cifra come si fa col peso o l'altezza e come si prova a fare col quoziente intellettivo. Distinguere, insomma, con un numero gente come Madre Teresa di Calcutta da gente come Zio Paperon de' Paperoni. Una misurazione del genere sarebbe una panacea quando dobbiamo andare a votare e scegliere un rappresentante da mandare al governo o in parlamento, per difendere gli interessi di tutti e non per farsi gli affaracci suoi.
Spero davvero che ci si arrivi e se ci si arriva mi riprometto di essere tra i primi a farmi misurare, così, per curiosità. Per adesso le ricerche ci danno un indizio forte: i ricconi hanno evidentemente passato la loro vita a badare a se stessi e sono dunque poco adatti a curare la cosa di tutti. Ma ci si poteva arrivare anche senza il lavoro degli scienziati, semplicemente guardando i disastri che hanno combinato i miliardari della famiglia Bush negli USA.
Originariamente pubblicato in data 11/05/2009