Incartatemene due
1995: Apple promette che il nuovo sistema operativo per Macintosh, nome in codice "Copland", apparirà a metà 1996.
Desidero molto possedere Copland, e mi chiedo cosa vorrò dopo.
Venire relegato nell'ultima pagina della rivista ha un vantaggio: il lettore, giunto sin qui, ha tipicamente già letto il resto della rivista. In particolare, voglio immaginare che abbiate visto il mio pezzo su Copland. Si, l'articolo è mio: Macworld non ha l'abitudine di riportare la firma dell'autore, e quindi me ne assumo la paternità. Ne sono moderatamente orgoglioso, perché per recuperare tutte le informazioni ho studiato ogni singolo pezzo di carta disponibile sull'argomento, ho tampinato oltre i limiti della buona creanza il capo progetto di Copland impedendogli quasi di toccar cibo durante un pranzo, e ovviamente mi sono sciroppato la conferenza stampa di Parigi (che comprendeva una, diciamo così non sconvolgente, presentazione di System 7.5; mi sarebbe tanto piaciuto avere in borsa una Settimana Enigmistica).
Il primo commento è inevitabile, tanto che praticamente tutti i giornalisti informatici l'hanno scodellato, in una salsa o nell'altra. Eccolo: "i sistemi operativi sono i pezzi di software più difficili da scrivere, in assoluto. Non ci sarebbe dunque da stupirsi se Apple non riuscisse a consegnare Copland alla data fissata".
Voglio però aggiungere una postilla: Apple farebbe meglio ad accaparrarsi ettolitri di caffè ristretto e di Jolt Cola (*), e ricorrere a qualsiasi mezzo per impedire che Copland ritardi.
Ho, infatti, un filino di paura. Tra il 1984 e il 1990 Apple aveva un vantaggio abissale nei sistemi operativi, ed è riuscita a far divenire il Mac un sistema accettato seppur di netta minoranza. Tra il 1990 e il 1995 il vantaggio tecnologico è diminuito, seppur restando marcatissimo, ed è appena bastato a far vivere Mac dignitosamente. Da settembre di quest'anno, data di rilascio di Windows '95, e sinché Copland non sarà disponibile, il vantaggio sarà talmente assottigliato che solo una persona che abbia effettivamente provato sia Mac OS che Windows potrà rendersi conto di quanto il primo sia comunque superiore. Tremo al pensiero di come reagirà il mercato.
Non vorrei lasciarvi con il sospetto che io ritenga Apple in rischio di fallimento (o il Macintosh in esaurimento). Sono invece tornato da Parigi con due certezze. Primo, Apple è viva, vegeta e scalciante. Secondo: Copland è bellissimo, ripristina in tutto il consueto vantaggio tecnologico di Mac, lo voglio subito, lo voglio adesso, lo voglio lo voglio lo voglio... scusate, mi sono lasciato prendere la mano.
Mi viene, anzi, un terribile sospetto. Con il PowerPC 620 avremo personal computer potenti quanto un mainframe (i tanto celebrati mega-computer grandi quanto il vostro salotto). No, non sto esagerando: son conti che chiunque può fare, cifre alla mano. Con Copland il sistema operativo sarà tanto avanzato che resterà ben poco da fare in seguito: Apple ha assorbito in Copland alcune delle tecnologie che si pensava sarebbero apparse solo in seguito.
Il sospetto: non è che ci stiamo avvicinando al punto in cui l'informatica non potrà più correre, ma solo camminare? Osservando il panorama delle università, gli scritti di informatica teorica, i laboratori di ricerca più avanzati, non vedo tracce di idee tanto grandiose da rivoluzionare di nuovo tutto il panorama. Mah.
Mamma Mela ha promesso di inviare a tutti gli sviluppatori associati le versioni provvisorie di Copland (alfa e beta) man mano che i laboratori di Cupertino le sfornano. La prima è attesa per novembre-dicembre. Mi ripropongo di darci una occhiata lunga e approfondita. Ne parlerò qui, se Apple me lo consentirà -- accade a volte che Apple mi faccia firmare (col sangue) un patto di non divulgazione.
(*) Jolt Cola: mitica bevanda al sapore di Cola che contiene percentuali spropositate di caffeina. Fa parte dell'immaginario collettivo dei programmatori: si suppone che chi deve consegnare un programma entro tempi stretti ne faccia uso smodato.
Originariamente pubblicato in data 05/09/1995