Grazie per tutto il pesce
Si tratta del clipboard con cui nel dicembre 1996 abbandonavo la rivista di Enrico. Colto da spirito evangelista, decisi in quel periodo di farmi pubblicare da riviste a maggior diffusione. Il tempo dimostrò che si trattava di una scelta sbagliata, c
Facias ipse quod faciamus suades . Plauto, Asinaria, atto III, scena iii, l. 644.
Traviato dal mio amore delle citazioni, ne ho adottata una come titolo di questo pezzullo, e impiegata una seconda come sommario. Concedetemi seicento parole per spiegare entrambe.
Nello scorso numero di Macworld Italia mi gingillavo con l'idea di scrivere a proposito dei dieci più grandi errori mai commessi da Apple. Ci ho effettivamente provato, e ho rinunciato perché lo spazio a mia disposizione è troppo scarno per consentirmi di commentare, e non solo citare, quegli errori. Mi concentrerò qui sulla madre di tutti gli errori, l'orgoglio e l'isolazionismo dell'utente Mac soddisfatto.
Un recente rapporto di SPA, l'associazione dei produttori di software, riportava un drastico calo nelle vendite di alcuni generi di software nella versione per Macintosh. Inevitabilmente, i soliti soloni ne hanno tratto auspicio per predire la inevitabile, imminente fine di Apple (l'unico evento predetto come "imminente e inevitabile" con maggior frequenza è la rivoluzione proletaria. Se ne deduce che possiamo stare tranquilli).
A leggere il rapporto con attenzione (molti si sono fermati al riassunto) si scopriva che le categorie a rischio sono i programmi di trattamento testi, i fogli elettronici e i titoli multimediali su CD. E che altre categorie, come le basi dati e i giochi, sono in forte crescita. Non ci vuole un analista specializzato per capire quali applicativi dòminino le prime due categorie a rischio: Word ed Excel. Chiunque abbia provato ad usare le versioni più recenti non avrà problemi a capire perché gli utenti abbiano deciso di acquistarle solo quando costretti.
E i titoli multimediali? Per motivi tecnici, la SPA ha cominciato ad attribuire tutte le vendite di CD-ROM ibridi (quelli che contengono sia la versione Mac che quella Windows di un applicativo) alla piattaforma Windows.
Invito qui i miei lettori a spedire sempre le cartoline che si trovano all'interno dei pacchetti software -- e in special modo quelle relative ai prodotti ibridi -- anche se è cosa noiosa e se la cartolina va mandata negli USA. La SPA è libera di cumulare le vendite di software Mac con quelle Windows, ma i produttori che ricevono le cartoline sanno fare le somme, e se riceveranno venti cartoline su cento da utenti Mac capiranno che buona parte dei loro guadagni viene dal mondo Mac. Tanto meglio se ne ricevessero venticinque.
Non prendete l'invito come un esempio di lobby. Come accennavo, a mio parere l'importante non è che Macintosh vinca la sfida, ma che non la vinca Windows. Non credo mai alle etichette che proclamano "taglia unica": non esiste un prodotto perfetto per tutti gli usi, ogni cosa ha dei difetti (persino Mac, figuriamoci Windows). Windows non può bastare a tutti, ed è allora importante che si parli, si scriva, si decantino le virtù delle alternative (Mac, e Unix, e tutto il resto).
Macintosh è importante perché è il miglior personal computer sul mercato, ma è ancora più importante come alternativa a una egemonia, a un monopolio, che può solo nuocere agli utenti. Per questo motivo trovo sbagliato il comportamento isolazionista: io sto bene con Mac, anzi Mac è per me vantaggio competitivo, perché parlarne bene con gli amici, diffonderlo, farlo conoscere? Spero di aver risposto a questa domanda.
La citazione latina, tradotta, diviene: pratica ciò che ci convinci a praticare. Appunto: dal prossimo numero non troverete il mio viso su questa pagina. Io credo che Macworld sia, in questo momento, di gran lunga la più completa e interessante rivista Macintosh d'Italia. Proprio per questo motivo vado a scrivere altrove, a parlare ad altre persone, che Mac non conoscono -- o conoscono pochissimo.
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Luca Accomazzi, giornalista e consulente Macintosh dal 1984, laureato in informatica, nel poco tempo libero legge fantascienza. Il titolo è una citazione da Douglas Addams.
Originariamente pubblicato in data 01/12/1996