Originariamente pubblicato in data 20/01/1993
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Un gioco su Mac
Un gioco su Mac
Quanto sembrano lontani, oggi, dopo il successo degli iMac, quei tempi in cui giocare su Mac era quasi impossibile...
C'erano una volta, in un posto lontano lontano, tre nazioni in guerra tra loro. Maggiore e più importante dei tre era il tetro sceiccato di Emesdosistan, dove tutti erano molto tristi e usavano i loro calcolatori noiosi e mal fatti per compiti primitivi. Gli abitanti, vittime di una rigida teocrazia, erano tanto succubi della loro nazione da essere soltanto in grado di scrivere noiose lettere commerciali e preparare fogli contabili assai ripetitivi, usando a sua volta software noioso e mal fatto.Confinante con lo sceiccato si trovava il piccolo regno dei Melinfiore. Sotto il benevolo dominio della casa regnante, i felici cittadini vivevano e prosperavano. Nel regno abbondavano scrittori, musici, artisti e intellettuali, che utilizzavano magici calcolatori -- semplici, simpatici, facili da usare -- per le loro arti.
Di tanto in tanto, i muezzin dello sceiccato, che mal tolleravano l'esistenza del magico reame, lanciavano le loro truppe cammellate al suo assalto, ma tale e tanta era la superiorità tecnologica dei Melinfiore che gli invasori venivano sempre ricacciati con facilità.
Per la cronaca, vicino ai due Paesi esisteva anche una piccolissima contea, il cui signore dava ospitalità prevalentemente a ragazzini, e in cui grandi feste e giochi interminabili avevano luogo dalla mattina alla sera. Tutti gli abitanti (che parlavano spagnolo, a causa di uno dei capricci del conte, e dovevavo quindi chiamarsi "amigos" tra loro) tipicamente una volta cresciuti si spostavano in uno dei primi due Paesi. La situazione su cui ho voluto scherzare un po' si è perpetuata per almeno otto anni senza sostanziali modifiche. Mac da una parte, con suo stuolo di felici utilizzatori. MsDos dall'altra, con le sue schiere di utenti tristi che digitano comandi come /SPF sui loro Lotus 1-2-3. Amiga nel mezzo: computer da ragazzini e da giochi. Di altri non è dato parlare.
Quel che la tecnologia non potè -- cambiare le carte in tavola -- potè la crisi.
Tutte le case, alla ricerca di un allargamento della base installata, hanno smesso la filosofia imperante, "ogni giorno una macchina più potente, allo stesso prezzo di ieri", e hanno sposato la tesi "oggi il computer di ieri è a metà prezzo". E questo ha sconvolto il mercato.
Hanno cominciato i compatibili, invadendo il tradizionale giardinetto di Commodore. Un 386 al prezzo di un Amiga 500, trasecolo? No, son desto, e me lo prendo.
Apple non è rimasta a guardare. Come ha dimostrato la stessa esigenza del Mac LC prima e dei Performa oggi, Apple ha puntato sul mercato domestico. E il Mac è sbarcato nelle case.
(Commodore ha mantenuto, se non allargato, la propria presenza abbassando ancora i prezzi. Mentre scrivo il modello base viaggia attorno alle 400,000 lire, un prezzo ridicolo: se avessi posto in casa, il mio quarto computer sarebbe già ora un'Amiga. Per i curiosi, i primi tre sono il Mac da tavolo, il PowerBook e un vecchio, glorioso Apple IIgs).
Conseguenza? Una è immediata, e le ho dedicato il titolo del mio pezzullo. Sul PC prima e sul Mac oggi sono arrivati i videogiochi. Dapprima qualche sporadico tentativo: Oids, Tristan... Poi una sventagliata di titoli resi famosi su calcolatori tradizionalmente più giocherecci: Prince of Persia, Lemmings...
Ora, c'è da attendersi una alluvione di software ludico. Alla ultima conferenza mondiale degli sviluppatori Macintosh, oltre il 15% degli oltre 3000 intervenuti (tutti professionisti del software) dichiaravano di star sviluppando giochi per Mac.
Io -- non me ne vergogno -- col computer ho spesso giocato. Zork e Lode Runner, Ultima e SimCity, li ho praticati tutti (e comprati tutti...). I videogiochi nudi e crudi non mi piacciono, ma non voglio distrarmi parlandone, perché non è questo il punto.
Come utente, sono felice che anche questo filone stia sviluppandosi, perché non di solo Excel vive l'uomo. Come programmatore, sono lieto che il mercato si espanda. Dubito che scriverò mai un gioco, dato che il mercato italiano non permette operazioni di questo tipo, ma non mettiamo limitazioni alla provvidenza...
E come consulente?
La domanda che in questo periodo mi sento fare con maggior frequenza ha, apparentemente, poca attinenza con l'argomento di questo articolo. Tutti quanti vengono a consultarsi e mi confessano un dubbio amletico: rinnovare il parco macchine, o attendere l'uscita dei prossimi modelli? Mi dica, dottor Accomazzi, lei che ha più occhi di Argo e più orecchie del principe Carlo, cosa sta per produrre Apple?
Premesso che, se conoscessi in debito anticipo e in dettaglio le mosse di Apple potrei abbandonare la faticosa arte del consulente-programmatore e -- senza muovermi da casa -- dedicarmi all'attività di investitore in borsa, ovviamente non nego di essere ben informato sui movimenti della casa di Cupertino. Ho, come dicono giornalisti ben più famosi di me (parlando da Boario), le mie fonti. Ragion per cui aggiorno i miei interlocutori -- si parla di un nuovo LC, di un Quadra 800, di un PowerBook a colori, una laser migliore... -- poi li metto di fronte a un sillogismo.
Per milioni di persone, il calcolatore è semplicemente uno strumento da usare al lavoro, e non -- come accade invece per me -- il lavoro. Costoro, regolarmente, temono di investire i loro sudati risparmi in una macchina che esca di produzione nel breve periodo.
Ebbene, in queste condizioni, non c'è bisogno di preoccuparsi. Ciascuno di noi può essere sicuro che i prezzi continueranno a crollare, che la macchina appena comprata varrà la metà entro sei mesi, che allo stesso prezzo (è il rovescio della medaglia) sarà presto disponibile una macchina molto più potente.
Ripeto, ribadisco e sottolineo: non c'è di che preoccuparsi. Soprattutto perché non c'è nulla da fare. In secondo luogo perché -- anziché giocarsi il fegato -- faremmo meglio, tutti quanti, a valutare gli aspetti positivi della situazione.
Aspettatevi molti, molti nuovi modelli Mac nei prossimi mesi. Costeranno poco, e non avranno molte novità tecnologiche. Aspettatevi anche che il vostro computer crolli di valore in brevissimo tempo, e non lamentatevene: pensate a cosa potrete avere con poca spesa, invece.
Se vi serve un computer un po' più veloce di quello che avete, se volete concedervi un disco rigido esterno ben capace, se avete sempre sognato di affiancare un PowerBook al Mac principale, non abbiate dubbi: fatelo subito. I prezzi sono molto convenienti.
Se il Mac che avete vi basta, non comprate altro. Aspettate pochi mesi e vedrete che i prezzi si abbasseranno ancora un po': a questo punto scoprirete che la vostra macchina non basterà più per avere QuickTime 1.5, OCE, AppleScript e QuickDraw GX, e allora potrete cambiare il Mac senza remore. Se avete un LC, potrete passare a un Mac II, se avete un II potrete regalarvi un Quadra a poche lire.
Visto che ho intitolato il mio clipboard ai giochi, posso concludere parlando di loro?
La buccia di banana di questo mese va a "Oregon Trail". Insopportabilmente ripetitivo.
Del petalo di rosa viene insignito "The lost treasures of Infocom": una raccolta di tutte le splendide avventure create da questa casa, ora scomparsa, distribuite da Activision. Se conoscete benino l'inglese, sono poche lire spese molto, molto bene. Consigliato.