Freccia giù
Ringraziamo sentitamente Apple per aver riscaldato la minestra nell’aprile 2010: i nuovi portatili sono indistinguibili dai precedenti.
Ringraziamo sentitamente Apple per aver riscaldato la minestra, in aprile: i nuovi portatili sono indistinguibili dai precedenti. Tutte le nuove tecnologie informatiche nate sul mercato dal 2006 ad oggi e comunemente disponibili sui PC continuano a restare assenti dall'offerta.
Permettetemi di confrontare spietatamente i nuovi MacBook Pro con un vecchio Sony Vaio già tolto dal mercato, il modello Signature Collection Z. Neanche un chilo e mezzo di peso. Oltre al masterizzatore Blu-Ray 2x montava 8 GB RAM, processore Intel i7, lettore di impronte digitali, risoluzione 1920x1080, touchpad multitouch con gestione dei gesti, energy star gold ed epeat 5, connettore HDMI, scheda grafica NVIDIA GeForce GT 330M GPU più grafica integrata, disco rigido a stato solido 512 GB, webcam col tracciamento dei lineamenti facciali, A2DP Bluetooth, scheda UMTS 3G interna per connessione a Internet su rete cellulare, dotazione di serie di auricolari con cancellazione del rumore di fondo e tastiera retroilluminata. Batteria rimovibile, quella più capiente della durata di dieci ore.
Il mio sobrio e pacato commento: se Apple avesse annunciato una macchina così, qualcuno della redazione a Macworld sarebbe in Hyde Park sulla scatola di sapone ad arringare la folla, altri andrebbero in giro con una imbarazzante erezione per i corridoi della casa editrice, gruppi raccoltisi spontaneamente di utenti Mac in strada starebbero facendo i caroselli in macchina con il clacson a manetta usando la foto di Steve Jobs al posto del tricolore.
Software: le più recenti aggiunte di funzionalità originali utilizzabili dall'utente finale su Mac si hanno con Leopard: nel 2007, lo stesso anno in cui viene rilasciato iPhone OS 1.0. I bene informati dicono che OS X 10.7, inizialmente previsto per il 2011, è stato posticipato al 2012. Il motivo: un gruppo di ingegneri sarebbe stato spostato dallo sviluppo di OS X 10.7 a quello di iPhone OS 4.0.
Me lo ricordo bene e mi par di riviverlo. Steve Jobs si mise a capo di un gruppo di geniacci, le teste più fini che riuscì a trovare dentro e fuori dalla sua azienda. Li spronò e li fece lavorare dieci ore al giorno, sette giorni alla settimana. Bocciò spietatamente tutte le idee che gli venivano sottoposte e che reputava men che perfette. Bruce Tognazzini (uno dei membri di spicco del gruppo) ricorda che gli ingegneri fecero una colletta e comprarono a Jobs un enorme timbro rosso con la scritta "questa è una cagata", per sveltirgli il processo. Il frutto della fatica non apparve sui calcolatori che formavano il grosso del fatturato Apple (nel 1984, erano gli Apple II), ma su una nuova piattaforma.
Era uno straordinario oggetto che non si poteva espandere, né con schede e neppure per la memoria di bordo. Non poteva sfruttare il software pre-esistente, né quello creato per i calcolatori esistenti della Mela né tantomeno quello per altri PC. Jobs scientemente rese difficile, quasi impossibile, portare i programmi esistenti sulla nuova creatura. Scelse per essa un linguaggio di programmazione diverso da quelo dominante (nel 1984, il Pascal) e rimosse il supporto di una tecnologia che quasi tutti reputavano indispensabile, anche se questo fece urlare allo scandalo e tacciare la nuova macchina di mutilazione.
Rileggete con calma. Li vedete anche voi, vero, i parallelismi con l'oggi?
Nel 1984, la "tecnologia che tutti gli altri hanno, e pare impossibile farne senza", sono le frecce sulla tastiera. Vietandone l'esistenza stessa, Jobs si garantisce che i software esistenti (legnosi, difficili da usare, che non sfruttano il mouse decentemente) NON vengano portati a Mac, a meno di una radicale riscrittura che li renda semplici ad usarsi. Nel 2010, naturalmente, la pietra dello scandalo è Adobe Flash. Il ragionamento sottostante è il medesimo: se si basa su Flash, lo sviluppatore trascura lo schermo multitouch.
Come nel 1984, la strategia avrà successo. Spero che ne abbia percentualmente di più: l'equazione è semplice, meno Microsoft uguale più innovazione, perché meno monopolio uguale più innovazione. Spero per il bene del mondo che non abbia un successo strepitoso — non vedo vantaggi nel sostituire il monopolio Microsoft con un monopolio Apple — ed egoisticamente anche per il mio di utente Mac. Oppure cambiamo il nome della rivista in iPhoneWorld, e via.
Originariamente pubblicato in data 18/04/2010