Figuracce
Ricordate il bug del Pentium? Datata 1995, questa figuraccia mondiale targata Intel fece molto per rivelare al mondo come alcune grandi multinazionali siano disposte a far passare sotto silenzio i difetti anche gravi dei loro prodotti.
Scrivo queste righe nella seconda metà di dicembre '95 (il mio illustre collega, Stanley, riesce a consegnare gli articoli una settimana dopo l'uscita della rivista in edicola, grazie alle sue diaboliche connessioni, ma io sono solo umano). In questi giorni imperversa su giornali e conferenze elettroniche la notizia del difetto che danneggia il processore Intel Pentium, principale avversario del PowerPC Apple-Ibm-Motorola.
Difetto non da poco: secondo il Pentium, 2.097.917,50 per 3.145.727 diviso 3.145.727 fa circa 2.091.789. (Precisiamo: l'errore accade sempre quando alcuni numeri, ma non tutti, vengono moltiplicati o divisi tra loro. Non è vero, come qualcuno ha detto, che l'errore si presenti, imprevedibilmente, ogni tanto -- quindi, non è possibile controllare la bontà del risultato rifacendo il calcolo. Non è vero nemmeno che l'errore possa accadere con qualsiasi input). Di certo non vorrei essere un ingegnere che abbia progettato un ponte con Pentium.
La cappellata di Intel ha ovviamente, oltre all'aspetto tecnico, notevoli risvolti commerciali: si tratta di una Caporetto delle pubbliche relazioni. Circolano battute cattivissime (la mia preferita è: quanti ingegneri Intel servono per avvitare una lampadina? Risposta: 2,999930278942). Credo che, mentre, scrivo, a Cupertino molti si stiano sfregando le mani e producendo un bel po' di PowerMac in più da vendere a chi non vuole più un calcolatore che non sa fare nemmeno la calcolatrice.
Ho consigliato e fatto acquistare a un mio cliente, la cui ditta possiede una dozzina di Mac, un fax server OneWorld. Si tratta di un simpatico apparecchietto, poco costoso, che si attacca alla rete AppleTalk e alla linea telefonica; permette a tutti i Mac della ditta di inviare come fax un qualsiasi documento creato sul Mac stesso.
L'apparecchietto si rifiutava caparbiamente di funzionare anche dopo sei ore di prove, riprove, modifiche ai settaggi, e nonostante le mie osservazioni espresse ad alta voce a proposito dei costumi sessuali dei suoi progettisti. La notte, si sa, porta consiglio. In questo caso però è stata una telefonata al distributore italiano, Delta, la mattina successiva, a svelare l'arcano. La prima versione del software che accompagnava l'apparecchio non è in grado di funzionare sulla rete telefonica italiana. "Scusi, ma se lo sapete perché non avete messo un dischetto con la nuova versione nel pacco? O almeno un foglietto con una nota?" Risposta: "Ah, guardi, io sono un tecnico. Di queste cose non mi occupo".
La situazione è stata brillantemente risolta in poco tempo, perché l'efficiente team di Delta ha provveduto a rendere disponibile una versione corretta del software. Sulla loro BBS di Varese, in un file non compresso di 840 KB circa (con un modem veloce, è servita una telefonata di 15 minuti circa).
Non faccio commenti, e lascio che i lettori traggano le loro considerazioni.
Mi dicono che la versione italiana di PageMaker 5.0 (sapete, quella protetta contro la copia, a differenza della 5.0 inglese) si blocchi quando usata con System 7.5.
Apparentemente la crisi non è servita a spazzare dal mercato, o almeno far rinsavire, i molti incapaci che da sempre lo infestano. Anzi: la concorenza esasperata tra ditte rivali sta producendo -- a fronte di prezzi bassi -- prodotti largamente imperfetti.
Negli anni ottanta imperversavano i praticoni che, forti di una conoscenza sommaria del linguaggio Basic maturata su qualche libro Jackson, si spacciavano per consulenti ed esperti. Nei novanta sembrano imperare approssimazione, economie esasperate su piccolezze, frenesia nel buttare sul mercato prodotti immaturi, enormi e impossibilmente complessi da usare.
Spero che le tecnologie che Apple vuole introdure sul mercato in questo periodo possano avere successo e semplificare del mercato del software. OpenDoc dovrebbe permettere la commercializzazione di piccoli moduli software ben calibrati. La prossima versione del MacOS dovrà irportare Mac a quella semplicità e amichevolezza che tanto lo caratterizzava dieci anni fa. E i nuovi PowerMac dovrebbero costituire il potente motore per far funzionare questo e quello.
Ah, dimenticavo. Sapete perché l'hanno chiamato Pentium anziché 586? Hanno usato il primo esemplare prodotto per sommare 486 e 100 e hanno ottenuto 585,999650234!
Originariamente pubblicato in data 07/02/1995