Estrapolazioni
Apparentemente, questo è un articolo tra quelli che più hanno impressionato i miei lettori. Tant'è che me lo citano spesso quando li incontro. Eppure, in fondo, mi sono limitato a fare della semplice matematica...
Acquistai il mio primo calcolatore Apple alla fine del 1980. In quell'epoca remota nessuno possedeva un computer: il primo PC IBM era solo un incubo lontano nel futuro. I miei amici venivano a trovarmi per vedere "il mostro", pensando di trovarsi di fronte a una parete metallica cosparsa di spie luminose che parlasse con voce metallica. Restavano un po' delusi, sinché io non lanciavo Olympic Decathlon, un eccezionale videogame prodotto da Microsoft (da allora la qualità dei prodotti Microsoft è decisamente scaduta).
Anche il calcolatore era preistorico (se visto con gli occhi di oggi). Tanto per cominciare non aveva le minuscole, né una unità a disco: comprai la prima qualche mese dopo, e aveva bisogno di una scheda di espansione per funzionare.
Non fraintendetemi: era un calcolatore professionale, un glorioso Apple II Europlus sul quale giravano programmi di trattamento testi (Apple Writer), fogli elettronici (Visicalc) e basi dati (Personal Database). Aveva un sistema operativo professionale (Apple DOS 3.2: poi venne DOS 3.3, poi ProDOS, e solo a quel punto apparve Macintosh System 1). Il mio possente PC non aveva niente a che fare con le macchinette da videogiochi come il Commodore 64, che apparvero molto più tardi e a prezzi molto più modesti. Già nel 1980 io potevo salvare documenti su disco dandogli nomi lunghi e significativi (gli utenti Windows non possono ancora oggi). Il mio primo word processor (ma siamo già nel 1982, con Apple Writer II) era decisamente più veloce di Word 6.0, e disponeva di un linguaggio di programmazione interno, a differenza di Word 5.1 che io, come tutti, devo continuare ad usare in attesa che Microsoft metta a posto il suo mostro.
Nel dichiarare aperte le celebrazioni del quindicinale, vorrei giocare un po' con i miei lettori. Estrapolare un po'. Per esempio: il mio primo Apple II lavorava alla rispettabile velocità di 1 (un) MHz. Il calcolatore che mi aspetto di possedere a fine 1995 funzionerà, credo, a 80 MHz (per ora lavoro con Zanzara Tigre, il mio Duo 280c, in attesa che Apple rilasci un Duo con PowerPC in autunno. Continuo a pensare che i Duo siano la cosa più fantastica che sia mai stata prodotta nel campo dei calcolatori personali).
Quindici anni dopo, dunque, la velocità in MHz è aumentata di 80 volte. Se il trend viene mantenuto, tra quindici anni avrò un calcolatore da 6400 MHz.
Non sobbalzate. Si, so benissimo che l'estrapolazione è un giochino pericoloso. Per esempio, se qualcuno producesse veramente un computer da 6400 MHz dovebbe far stare tutta l'elettronica in un cubo di 2,3 centimetri di lato: in caso contrario la velocità della luce sarebbe troppo lenta per consentire il passaggio delle informazioni nel sistema.
Però il mio calcolatore del 1995 è sicuramente più veloce di una ottantina di volte rispetto a quello del 1980. E posso permettermi di immaginare che quello del 2010 sarà ottanta volte più veloce di quello del 1995, purché sia chiaro sin dall'inizio che si tratta solo di una speculazione.
E la memoria? 48 kB nel 1980, e 12 MB nel 1995. Estrapolando, abbiamo 3.144 MB nel 2010. Non male: forse riuscirò finalmente a far girare Photoshop senza usare la memoria virtuale.
E lo spazio su disco? Il mio primo lettore di dischi usava floppy da 140 kB (non avrei acquistato un disco rigido sino al 1986), mentre Zanzara Tigre monta un disco rigido da 340 MB. Estrapolando, scopro che nel 2010 dovrei disporre di 845.500 MB di spazio. Immagino che anche allora un buon cinque per cento sarà occupato da After Dark, ma mi rifiuto di immaginare cosa combineranno a quel punto i tostapani volanti.
Cosa combinerò nel 2010 con il mio calcolatore? Scriverò, immagino: confido però che a quel punto potrò semplicemente dettare alla macchina. Sono pronto a scommettere che il mio calcolatore del 2010 avrà un cellulare di bordo, e non mi stupirei se fosse acceso in permanenza, per ricevere e trasmettere informazioni di continuo.
Di una cosa son certo. Il mio calcolatore del 2010 non sarà un Macintosh, così come il mio calcolatore del 1995 non è un Apple II. E sarebbe anche ora che qualcuno si metta a progettare una architettura nuova di zecca. Mi senti, Apple?
Originariamente pubblicato in data 01/04/1995