Tra la fine di febbraio e linizio di marzo 2000 accaddero tante piccole cose che meritavano un commento. Io dedicai poche righe a ognuna.
Benvenuto al PowerBook G3. Il quarto calcolatore differente di Apple a chiamarsi PowerBook G3. Negozianti, consulenti e programmatori ne sono felici al punto dell’ilarità. Persino il sito Apple si arrampica sugli specchi per distinguerlo, nelle note tecniche, dai predecessori: lo chiama “PowerBook (FireWire)”, mentre i modelli precedenti sono “PowerBook G3 originale”, “PowerBook G3 nuova serie” e “PowerBook G3 tastiera bronzea”. Peccato che anche il PowerBook (FireWire) abbia la tastiera traslucida color bronzo... che confusione!
Andiamo, Apple, quanto ti costava infilare una copia di iMovie in ciascun portatile e approfittarne per chiamarlo “PowerBook DV”?
Benvenuto a Windows 2000. Benvenuto al nuovo rivoluzionario sistema operativo Microsoft, che (come dice Bill Gates) permette lo scatenarsi della Nuova economia digitale, il commercio elettronico e le attività professionali su Internet. Io credevo di lavorare in quel campo dal 1997, ma si vede che mi sbagliavo.
Benvenuto al gigantesco risultato dell'ingegno dei programmatori di Redmond, uscito in ritardo ma che Microsoft garantisce ben più robusto del precedente NT 4.0. Il fatto poi che sia venuto alla luce un memo interno Microsoft che elenca i 63.000 bachi conosciuti di Windows 2000 non deve spaventare. (Alcuni sono del tipo "questo codice non è finito ma mettiamolo dentro lo stesso)".
Benvenuto, Windows 2000, sarai uno stimolo all'economia. Per i produttori di RAM e per i consulenti, che avranno da lavorare grazie al nuovo prodotto. Una delle grandi società solitamente più ferrate in merito, il Gartner Group, ha già qualche consiglio per i suoi clienti: tutti lo lascino perdere almeno fino a giugno, quando Microsoft avrà risolto i problemi più grossi.
Benvenuto, Windows 2000, e auguri di cuore agli acquirenti.
Benvenuti ai nuovi Power Macintosh G4 e ai nuovi iBook, rivisti e migliorati, velocizzati e ottimizzati. Il titolo Apple aveva raggiunto il suo massimo storico il giorno prima dell’annuncio, è crollato il giorno dopo. Mi dicono che gli analisti di borsa apprezzano le nuove macchine, ma le consideravano scontate. Merito dei siti di pettegolezzi come Mac OS Rumors (interamente creato, sviluppato e aggiornato da un singolo ragazzetto che ha trovato l’America su Internet) e Apple Insider, che ne parlavano da mesi.
Malvenuti, se mi passate il neologismo, agli hacker dal cappello nero, i supercattivi che fanno cadere i più importanti siti Internet. Qualche anno fa, spettegolando, Enrico Lotti (bentornato in redazione!) ed io notavamo come i nuovi virus in ambiente Mac OS appaiano molto raramente, spesso quando sta per uscire la nuova versione di un antivirus. E ci chedevamo, da buoni dietrologi, se ci fosse un rapporto.
Adesso mi vien fatto di notare che i recenti boom di borsa non riguardavano le società che si occupano di sicurezza sulla rete. Dopo tutta la pubblicità che i mass media hanno dedicato ai problemi di Yahoo e compagnia, le azioni delle maggiori imprese del ramo sono perlomeno raddoppiate. Che ci sia un rapporto?
Arrivederci a Diego Piacentini, che proprio in questi giorni di fine marzo 2000 lascia la vicepresidenza di Apple e la responsabilità del nostro continente per passare ad Amazon.com. Tutti noi, utenti e giornalisti, siamo abituati a guardare a Cupertino, e a dimenticare il lavoro quotidiano di chi promuove il nostro computer preferito dalle parti di casa nostra. Temo che sentiremo la mancanza di quest’uomo al timone e spero di sbagliarmi, ma non lo credo.
Originariamente pubblicato in data 01/04/2000