La casetta di Nonna Clementina
Un articolo del 1987: è un po' triste pensare che, tanti anni più tardi, i problemi di cui parlo in questo articolo non sono ancora stati risolti.
Da questo numero di Bit inizia una nuova rubrica, quella che state leggendo, che proseguirà sinché voi non stabilirete di averne avuto abbastanza.
Presenteremo un articolo al nostro Beneamato Pubblico con regolarità, tutti i mesi. Spero che la lunghezza molto contenuta permetta di farlo senza problemi: le mie osservazioni non occuperanno mai più di due pagine della rivista.
Lo scopo finale è di dare un colpo d'occhio sullo stato dell'arte disgiunto dalle solite osservazioni sui personal o sul software, un viaggio a volo d'uccello sui temi che non vengono toccati perché hanno poco a che vedere con i nostri diletti personal ma che sono interessanti per il curioso, l'autodidatta, lo hobbista, l'appassionato lettore.
Qua e là, alle informazioni potrò forse aggiungere quella paventata intrusa nelle riviste tecniche: l'opinione. Ma ovviamente accetto obiezioni e lettere minatorie.
Per questa prima apparizione ho scelto di discutere una delle affermazioni che un paio di anni or sono, all'indomani del primo boom dei personal computer ad opera del sempiterno Commodore 64, rimbombarono sulle pagine dei quotidiani: avremo presto un personal computer in ogni casa?
Quando cerco di immaginarmi una realtà in cui il computer è diffuso come il televisore, non devo lasciarmi trascinare dalle apocalittiche previsioni che ci bombardano ad ogni Fiera di Milano (dove non molto tempo fa ho ammirato una "casa telematica" che era semplicemente una casa con più schermi televisivi che piastrelle). Penso invece a cosa potrebbe fare la mia amatissima nonna Clementina Rebecca con un personal computer.
Se pensare ad una vecchina dai capelli turchini alle prese con il mostro di silicio vi fa sorridere, ripensateci un momento. Quaranta anni fa, il computer veniva usato solo da tecnici di laboratorio in camice bianco. Venticinque anni fa il computer diventava una realtà consolidata per le ditte che potevano permetterselo, Selezione dal Reader's Digest in testa. Dieci anni fa Wozniak e Jobs hanno introdotto il computer personale, per studenti, per innamorati dei gadget tecnici, per progressisti in vena di imparare una cosa nuova: la programmazione. E oggi siamo di fronte ai personal computer della seconda generazione, in ordine di apparizione Macintosh, Atari 1040, Amiga e Apple IIgs, creati per essere usati anche dai non esperti.
L'interfaccia iconica, con il condimento di finestre e sfogliatori, bottoni e menu a discesa e dominata dal Dottor Mouse, è stata un grande passo in avanti ed ha davvero permesso, per la prima volta, di permettere agli interessati di imparare l'uso del computer in poche ore. Una invenzione geniale e rivoluzionaria, ovvero una goccia d'acqua nel mare.
Che un Macintosh sia molto più facile da usare di un PC IBM è indiscusso. Che nessuno dei due possa venire usato da nonna Clementina è altrettanto indubbio. Non è affatto stupida, le piace girare l'Europa con i viaggi organizzati quando può, ma non usa mai la pentola a pressione perché ha paura che possa scoppiare: il televisore è entrato nella casetta di nonna Clementina perché c'è solo da pigiare un bottone per farlo funzionare.
D'altra parte posso immaginarmi che un computer entri nella casa di nonna Clementina: un computer della quinta generazione. I ricercatori giapponesi ci promettono per il 1992 il prototipo di un computer in grado di colloquiare usando la comune lingua parlata, dapprima giapponese ed inglese, e poi anche le altre lingue italiano compreso. Un computer in grado di ascoltare e rispondere: un computer che non ha abbandonato l'uso dello schermo televisivo ma lo usa unicamente per rappresentare grafici (i rapporti giapponesi parlano di 4096 x 4096 pixel, i fanatici di Amiga possono anche farsi venire una depressione) e con una telecamera per vedere. Magari con un robottino che trasporta la telecamera ed agisce come estensione sensoriale del computer.
Un computer che, parlando con la voce di una signorina buonasera, pensi ad avvisare nonna Clementina che bisogna togliere le lasagne dal forno, le risponda quando ha bisogno di informazioni e magari risponda al telefono per lei quando si trova al piano terra a dar da mangiare ai suoi sette gatti (magari gliene regalerei un esemplare io per Natale).
Fino a quel momento, il personal computer anche modernissimo, user friendly, iconico, dotatissimo di memoria e periferiche, per nonna Clementina resterà quella complicatissima e sconosciuta macchina che il suo nipote preferito ha imparato a dominare, ma anni luce al di fuori della sua personale sfera di azione.
Originariamente pubblicato in data 01/10/1987