Originariamente pubblicato in data 15/12/2004
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Arrivano Gli Incredibili e Polar Express
Arrivano Gli Incredibili e Polar Express
Due nuovi film d'animazione, lanciati negli USA per il Natale 2004, promettono di mettere un altro chiodo nella bara del cartone tradizionale, senza però farlo rimpiangere
"Ai miei tempi, i cartoni animati si disegnavano a mano": apparentemente questa frase è destinata a datare chi la pronuncia tanto quanto "ai miei tempi i panni si lavavano nel fiume". Due nuovi film d'animazione, lanciati negli USA per il Natale 2004, promettono di mettere un altro chiodo nella bara del cartone tradizionale, senza però farlo rimpiangere.Il primo è Gli Incredibili, della premiata coppia Disney e Pixar. La casa che ha inventato i cartoni animati a colori e la casa che ha inventato il film d'animazione al computer si sono di nuovo alleate per proporre un titolo, dopo i supersuccessi Toy Story, Bug's Life, Monsters & Co e Alla ricerca di Nemo. La trama: Bob Parr è un super-eroe che ha passato la quarantina, dunque in pensione. Ieri svolazzava nei cieli avvolto nella cappa di Mister Incredible, oggi lavora come assicuratore nella provincia americana, protetto da un programma federale per l'assistenza ai collaboratori di giustizia e ai testimoni, ha messo su pancia e famiglia (sposando un'ex-super-eroina, Elastigirl). Ma quando il mondo viene minacciato da un nuovo e tetro super-criminale, come può il nostro eroe rifiutarsi di reindossare il rosso costume di Mister Incredible? Per la verità, semplicemente non ci riesce: gli è passato di misura. Grazie al cielo il resto della famiglia lo aiuterà, e il quartetto composto da padre, madre, figlio e figlia affronterà insieme la tetra minaccia. I critici cinematografici statunitensi parlano molto bene del nuovo film: pare che la Pixar sia riuscita di nuovo a creare situazioni e battute che divertono i più piccini ma non annoiano affatto i genitori.
Polar Express, il secondo titolone uscito il 10 novembre sugli schermi americani è ancora più ambizioso. Tratto da un libro di successo dell'autore Chris Van Allsburg, Polar Express racconta la storia di un bimbo di dieci anni che non crede più in Babbo Natale. Nella notte prima della festa, però, un gigantesco e magico treno senza binari si ferma davanti alla sua casa e lo trasporta al Polo per incontrare Santa Claus e le sue renne. Il regista qui è Robert Zemeckis, già vincitore di una carriolata di premi Oscar con film come Chi ha incastrato Roger Rabbit e soprattutto Forrest Gump, che era interpretato da Tom Hanks. Il popolare attore oggi fa di nuovo coppia con Zemeckis e interpreta tutti i principali protagonisti in Polar Express: il bambino, suo padre, Babbo Natale, un vagabondo e il capotreno. Il segreto di questo film, infatti, sta nel fatto che prima esso è stato recitato dal vivo davanti alle telecamere, poi è stato trasformato in un cartone animato, fotogramma per fotogramma, grazie alle più moderne tecnologie informatiche. Tom Hanks recitava su un palcoscenico sgombro, indossando solo una calzamaglia coperta di sensori (centonovantaquattro sul corpo, centocinquantadue sul viso). Settantadue telecamere Vicon a raggi infrarossi seguivano ogni suo movimento, scattando centoventi fotografie al secondo e registrando la posizione di ciascun sensore su un calcolatore. Da questa massa impressionante di dati digitali gli animatori hanno poi ricavato il cartone animato, costringendo i personaggi disegnati a muoversi seguendo esattamente, sin nei più minimi dettagli, tutti i movimenti dell'attore. Naturalmente, dimensioni e proporzione di un bimbo sono differenti da quelle di un adulto, e quindi è stato necessario alterare digitalmente i rapporti e le distanze rilevati nei sensori: il vantaggio per il regista sta nel fatto che nessun bambino vero è un attore abile quanto un esperto e stimato professionista dello schermo come Tom Hanks.
Il processo è una evoluzione davvero molto sofisticata del metodo che venne utilizzato per realizzare il personaggio di Gollum nel Signore degli Anelli. Non sono mancate le difficoltà tecniche: per evitare che gli oggetti in scena impedissero ai sensori di catturare i movimenti degli attori è stato necessario realizzarli tutti in semplice fil di ferro. Inoltre, le dimensioni del set erano ridotte a soli tre metri per tre, perché neppure i più potenti calcolatori al mondo riuscivano a gestire una massa tanto impressionante di dati su una scala maggiore. Così, quando Zemeckis desiderava mostrare una scena in cui i protagonisti attraversano il treno è stato costretto a girarla tre metri alla volta, smontando e rimontando il set in continuazione.
D'altra parte, a cattura ultimata il regista ha potuto disporre della più assoluta libertà nel posizionamento delle telecamere (virtuali) che mostrano la scena a noi spettatori. Il punto di vista poteva venire scelto in assoluta libertà all'interno dello spazio virtuale, senza impedimenti dovuti all'ingombro delle cineprese fisiche, alle ombre che esse avrebbero gettato su un set reale, ai limiti nel movimento. Zemeckis ha così ripreso una delle idee più innovative e vincenti di Matrix: la telecamera virtuale che si sposta durante l'azione, come se l'obiettivo si trovasse su un'ape che svolazza per guardare la scena sempre dalla posizione più vantaggiosa. In Matrix questo avveniva soltanto durante alcune scene di lotta e veniva ottenuto montando complicatissimi set di ripresa; in Polar Express è una esperienza continua e affascinante.
Polar Express è costato centosessantacinque milioni di dollari, una cifra davvero impressionante anche per gli standard di Hollywood, e un terzo della cifra è stato speso solo per gli effetti speciali e l'informatica. Un investimento indispensabile se si pensa che diciannove dei venti film di maggior successo della storia erano fondati sugli effetti speciali, ma comunque una cifra elevatissima, visto che di solito il budget nel merito non supera il dieci o venti per cento del totale. Da spettatori, non ci resta che investire un paio d'ore e una banconota e decidere se ne sia valsa la pena.principali: il film sarà nelle sale il 3 dicembre 2004.